I SEPARATISTI CONTRO LA VISITA DEL RE DI SPAGNA

Barcellona, arriva re Felipe: proteste e foto del sovrano bruciate

La prima visita ufficiale del sovrano in Catalogna dopo le condanne ai leader della secessione scatena la mobilitazione degli indipendentisti

© Ansa

Gli indipendentisti catalani sono scesi in piazza lunedì a Barcellona per protestare contro la visita del re di Spagna, Felipe VI. I manifestanti, che hanno partecipato a migliaia, hanno urlato slogan come "morte al Borbone" o "né re né paura":il sovrano è nel mirino degli indipendentisti soprattutto dopo il discorso del 3 ottobre 2017, quando chiese di "garantire l'ordine costituzionale" contro il tentativo di secessione della Catalogna.

A cinque giorni dalle elezioni che riporteranno la Spagna al voto, per la quarta volta negli ultimi quattro anni, le sempre più crescenti tensioni dimostrano lo stallo politico in cui si trova il Paese. Gli indipendentisti hanno già annunciato una manifestazione prevista per sabato, giorno di silenzio elettorale.
 

"Né re, né paura", "morte al Borbone", "Barcellona sarà il tuo incubo" intonavano invece i cori degli indipendentisti riferiti al re di Spagna in visita per la prima volta nella città catalana dopo le nove condanne inflitte dalla Corte suprema spagnola ai nove leader separatisti. In piazza e in strada le effigi del re e le bandiere erano avvolte dalle fiamme, segno di una parte della nazione profondamente ferita e che reclama ancora giustizia dopo la decisione della Corte arrivata in prossimità del ritorno alle urne per le elezioni generali. Per i nazionalisti il monarca spagnolo è un "usurpatore", per il resto del Paese rimane l'unica figura politica stabile che garantisca ancora unità.

Felipe è arrivato in Catalogna insieme alla regina Letizia e la figlia Leonor per la consegna dei premi "Principessa di Girona 2019". La futura erede al trono di Spagna, quattordicenne, era al suo primo discorso importante in pubblico: in sala tutti l'applaudivano e urlavano "Viva el Rey" mentre fuori si scatenava il caos e divampava la protesta. Dentro il palazzo dei congressi la fetta di popolazione degli spagnoli "con il re" e fuori chi ne farebbe a meno non considerandolo affatto un "simbolo".
 

Anche il re è stato chiamato a intervenire ma non si è espresso esplicitamente sui disordini che hanno sconvolto Barcellona nelle settimane scorse: si è limitato a definire la Catalogna “plurale e inclusiva” che è “costruttiva e favorevole al progresso”. “Questi valori rappresentano senza dubbio il meglio delle storie della Catalogna. Non possono e non devono essere un ricordo del passato, ma una realtà presente e futura, una realtà in cui non può esserci spazio per la violenza, l’intolleranza o la perdita di i diritti e le libertà altrui ”, ha aggiunto il monarca, prendendo parola in catalano.