C’è qualcosa che non va in questo mondo. C’è qualcosa che ha bloccato l’ingranaggio di una vita non perfetta ma quantomeno dignitosa. Una vita magari “normale” ma anche la normalità ormai è soggettiva e - quindi - terra di scontro.
C’è qualcosa che non va se un 20enne del Connecticut si compra un fucile come quello nella foto con uno scopo ben preciso: ripetere la strage degli innocenti. Perché le cose vanno chiamate con il loro nome: non si possono definire altrimenti le vittime di Newtown. Erano, sono e saranno innocenti. Tutti. Dai bambini ai professori della Sandy Hook, alla madre dell’innominabile killer. Il movente servirà solo alla psichiatria criminale.
C’è qualcosa che non in va in questo mondo se oggi Obama prima piange e poi annuncia di voler rivedere le norme sulla vendita delle armi negli Stati Uniti. Il Premio Nobel per la Pace 2009 ha stravinto le elezioni non più tardi di sei settimane fa. I suoi cavalli di battaglia? Crescita, sviluppo e tasse. Mai un accenno alle armi e alle lobby dei loro produttori. Ci provò Bill Clinton nel giurassico 1994 ma chi tocca le armi muore e i democratici persero le elezioni di lì a pochi mesi. “The best is yet to come”: ha detto mercoledì 7 novembre 2012 Obama al mondo all’indomani della riconferma alla Casa Bianca. Tappiamoci il naso e prendiamolo in parola: il meglio deve ancora venire.
C’è qualcosa che non in va in questo mondo se una manciata di ore prima della strage degli innocenti, dall’altra parte del mondo, il Papa indirizzava le seguenti parole nel Messaggio per la Giornata della Pace (1 gennaio 2013): “Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale”. Questi principi vengono difesi dalla Chiesa perché se così non fosse si costituirebbe “un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.
Nell’attesa che qualcuno aggiusti quel qualcosa che non va nel mondo piangiamo un’intera classe di bambini che non c’è più. E tra dieci giorni è Natale.
Sauro Legramandi
Twitter @Sauro71
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