NATALE AL CINEMA

Checco Zalone torna con "Buen Camino": "Meglio essere intelligentemente scorretti"

Il comico pugliese ritrova Gennaro Nunziante per una nuova commedia in uscita il 25 dicembre: un viaggio tra risate, provocazioni e ricerca interiore.

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A cinque anni da Tolo Tolo, Checco Zalone torna al cinema con Buen Camino, in sala dal 25 dicembre. Al suo fianco, dietro la macchina da presa, torna Gennaro Nunziante: la coppia dei record che ha fatto la storia della commedia italiana si ricompone per un film che mescola ironia, emozione e riflessione. E Zalone, fedele al suo spirito, non rinuncia alla provocazione: "Invece di lamentarsi del politicamente corretto, bisogna essere intelligentemente scorretti".

Dopo una parentesi da regista con "Tolo Tolo", Zalone ritrova il compagno di viaggio che lo aveva portato ai vertici del box office. "Con Luca la prima cosa che facciamo è chiederci chi è Checco oggi", racconta Nunziante. "Abbiamo pensato a un ricco che si è sempre considerato un dio, ma non si è mai messo alla ricerca di Dio". Da questa idea nasce "Buen Camino", un racconto che unisce la satira di costume alla spiritualità del pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. Un contrasto che diventa la chiave per una commedia dal passo diverso, capace di alternare risate e piccoli momenti di introspezione.

Una satira sul benessere e sui valori -

 Nel film, Checco interpreta il figlio viziato di un industriale dei divani, un uomo che vive circondato dal lusso e dal culto di sé stesso. Ha una fidanzata venticinquenne, una villa piena di statue e quadri autocelebrativi, e sta organizzando una festa per gli ottantocento invitati ai suoi cinquant'anni. Tutto cambia quando l'ex moglie (Martina Colombari) lo chiama: la figlia adolescente, Cristal, è scomparsa. La ritrova in Francia, pronta a partire per il Cammino di Santiago. Per riportarla a casa, Checco decide di seguirla – ma quel viaggio diventa presto una lezione di vita, tra ostelli, fatica e incontri che mettono in discussione ogni certezza.

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Politicamente corretto e provocazioni "intelligenti" -

 Come sempre, Zalone non rinuncia alla provocazione. In "Buen Camino" si ride anche di argomenti che altrove sarebbero intoccabili: Gaza, Schindler's List, l'11 settembre. Ma non per scioccare: "Quelle battute fanno parte del personaggio, che è ricco, cretino e ignorante – spiega Nunziante – ma poi c'è una rigenerazione". La comicità diventa così lo specchio di una società che spesso si prende troppo sul serio. Zalone non deride, ma osserva, smontando con intelligenza i tic e le contraddizioni del nostro tempo.

Tra ironia e vita reale -

 Dietro la maschera del personaggio, c'è anche qualcosa di personale. "Io sono padre di due figlie – racconta Zalone – e con la grande inizia quel tipo di rapporto conflittuale... spesso mi sembra di parlare un'altra lingua". Il film, in questo senso, è anche un racconto di paternità e riconciliazione. Un modo per dire che la crescita, a volte, passa per la perdita del controllo e l'ascolto dell'altro. "Ritrovare Gennaro è stato naturale", aggiunge. "Non abbiamo mai litigato, viviamo a pochi metri di distanza. Era destino". 

L'attesa del pubblico -

 "Buen Camino" arriverà in oltre mille sale. Zalone non nasconde le aspettative, ma lo fa con il suo consueto sorriso: "È inutile essere ipocriti, ci aspettiamo di fare i soldi". Poi la battuta: "Questo James… come si chiama… Camerun? Dovrebbe svegliarsi il 26 e chiedersi: ma chi cazz… è sto Zalone?". Scherza, ma dietro la comicità si intravede anche la sfida di conquistare un pubblico nuovo, quello dei più giovani: "Mi seguono su TikTok, ma la loro soglia d'attenzione è bassa. Sono curioso di vedere come reagiranno davanti a un racconto che ha un inizio e una fine". Con "Buen Camino", Checco Zalone e Gennaro Nunziante tornano là dove tutto era cominciato: tra satira e sentimento, tra il riso e la riflessione. Un cammino che parte in Ferrari ma arriva, forse, a qualcosa di più semplice e autentico. E nel giorno di Natale, la risata di Zalone promette di essere ancora una volta quella che unisce, divide, ma soprattutto fa pensare.