l'ordinanza dei giudici

Famiglia nel bosco: ecco perché la Corte d'Appello ha rigettato il ricorso

Al Tribunale minorile de L'Aquila spetta la decisione definitiva per il riavvicinamento

Nulla di fatto per il riavvicinamento dei 3 figli minori di Catherine e Nathan Trevallion Birmingham, la famiglia che viveva isolata in un casolare del bosco di Palmoli, nel Chietino. La Corte d'Appello dell'Aquila ha rigettato il ricorso della coppia contro l'ordinanza del Tribunale minorile che, il 13 novembre, ha sospeso la potestà genitoriale alla coppia difesa e ha disposto il collocamento dei 3 minori in una casa-famiglia a Vasto con la madre che può vederli quotidianamente, la Corte d'Appello ha confermato questa decisione presa a novembre.

Cosa si legge nell'ordinanza -

 Oltre a diversi aspetti più tecnici, il cuore dell'ordinanza respinge il ricorso dei genitori perché "per quanto sia tutelato il diritto del minore di vivere nella propria famiglia, a questa regola può derogarsi quando l'ambiente familiare sia inadeguato a garantire una sua armoniosa crescita, né i genitori sono legittimati ad adottare decisioni pregiudizievoli per il figlio (Corte EDU, Grande Camera, 6 luglio 2010 Neulinger e Shuruk c. Svizzera, Corte EDU, 12 febbraio 2019, Minervino e Trausi c. Italia; Corte EDU, 13 ottobre 2015, S. H. c.Italia). Costituisce inoltre principio consolidato nella giurisprudenza CEDU quello secondo cui sottrarre i minori alle cure dei genitori è un’ingerenza nella vita familiare che esige una giustificazione legata alla necessità di attuare il miglior interesse del minore; l’ingerenza va considerata una misura temporanea, da sospendere non appena le circostanze lo permettano; essa comporta l’obbligo positivo di adottare misure per agevolare il ricongiungimento familiare appena ciò sia ragionevolmente fattibile (Corte EDU, Grande Camera, 10 settembre 2019, Strand Lobben e altri c. Norvegia).

La Casa -

 "Quanto alle condizioni abitative, emerge che l’immobile adibito ad abitazione del nucleo familiare, ancorché non a rischio crollo, secondo quanto attestato dal tecnico incaricato dai proprietari, era comunque privo dei servizi igienici interni, degli impianti e presentava carenze nelle rifiniture e negli infissi, quindi inidoneo a garantire condizioni minime di abitabilità, con particolare riferimento alla salubrità, specie per tre bambini in tenera età".

L'esclusiva frequentazione dei genitori -

 "Quanto al profilo della socializzazione, si rileva che nella relazione del Servizio Sociale del 14.10.2025 è stata messa in evidenza la mancata frequentazione della scuola e di attività ricreative o sportive, con applicazione da parte dei genitori dei principi dell’UNSCHOOLIG e con i figli che non potevano frequentare liberamente altri bambini; si è sottolineato che i minori avevano un rapporto esclusivo con i genitori, che non avevano rapporti con altri componenti, con i coetanei, con la scuola o altre agenzie educative convenzionali".

La Scuola -

 "Anche a voler ritenere regolarmente osservato, dal punto di vista formale, il procedimento relativo al ricorso alla scuola parentale, va evidenziato come le valutazioni di idoneità relative sia al passaggio alla seconda classe che a quello alla terza classe della scuola primaria della figlia maggiore contrastino in modo eclatante con le condizioni di istruzione verificate dopo l’inserimento in casa famiglia, ove è emerso che la bambina non sa leggere e scrivere, né in inglese né in italiano, ed a stento scrive il proprio nome sotto dettatura".

La salute -

 "Con riferimento al profilo riguardante la salute, va sottolineato che, nel periodo seguito al primo provvedimento del Tribunale per i Minorenni del 22.05.2025, i minori, sebbene sottoposti a visita pediatrica, non hanno completato il ciclo vaccinale, né sono stati sottoposti agli esami ematochimici ed alla visita neuropsichiatrica prescritti dalla pediatra, in ragione dell’opposizione dei genitori i quali, con nota del 31.07.2025, hanno comunicato al S.S. “Accettiamo la richiesta di una valutazione psicologica e di esami del sangue al costo condizionale di 50.000 euro per ogni minore”, chiedendo provocatoriamente una sorta di cauzione per non meglio specificati danni che i minori avrebbero potuto subire da accertamenti che invece erano richiesti a tutela della loro salute".

Gli avvocati -

 "Non la definirei in alcun modo una bocciatura", ha detto l'avvocato Danila Solinas commentando la sentenza della Corte aquilana. L'avvocata ha sottolineato che "la lettura della sentenza dice tutt'altro: dice esattamente quello che già ci aspettavamo e che poi sarebbe capitato. La Corte d'appello doveva semplicemente limitarsi a dire se al tempo, al 13 novembre, quando era stata emessa l'ordinanza, poi notificata il 20 novembre, c'erano i presupposti formali per l'applicazione di questa ordinanza. La Corte d'Appello, così come fa nel 70 per cento dei casi, ha detto che effettivamente c'erano questi presupposti, ovvero, non ha ravvisato delle lacune macroscopiche tali da determinare il rigetto. Pur tuttavia, sempre nel corpo della sentenza, si dice che sono stati tali e tanti i progressi e comunque la soluzione alle problematiche, predisposti dai coniugi, dai genitori, tali da avere una sufficiente probabilità di essere valutati in modo positivo dal Tribunale - ha concluso Solinas ribadendo che la Corte ha riconosciuto i passi avanti dei genitori per riavere i loro figli - Sarà il tribunale per i minorenni a decidere e a valutarli nella giusta misura". "Non è necessario che ci sia una udienza. Il Tribunale potrebbe decidere in qualsiasi momento", ha concluso .

La vicenda -

 Il caso della famiglia isolata nel bosco della provincia di Chieti è scoppiato per una intossicazione da funghi nel 2024. Un amico della coppia richiede i soccorsi, dopo una telefonata del padre, la famiglia finisce in ospedale, al Renzetti di Lanciano (Chieti), il personale sanitario segnala ai carabinieri la particolare situazione che riguarda i bambini e vengono allertati i servizi sociali. Da quel momento scattano i controlli. Il 20 novembre i 3 bambini sono stati allontanati dai genitori e dal casolare dove mancano servizi igienici adeguati, luce e gas. Gli avvocati, subentrati a Giovanni Angelucci, primo rappresentante legale della famiglia, hanno subito fatto 'richiesta di ricongiungimento urgente' al Tribunale minorile e il 12 dicembre il collegio aquilano si è 'riservato' di decidere sull'ordinanza che sospende la potestà genitoriale. Il rigetto del ricorso dei genitori avverso la decisione di sospendere la potestà genitoriale è stato deciso dalla Corte d'Appello all'Aquila, sulla base della situazione precedente al 13 novembre. Nel frattempo i genitori sono andati a vivere in un'altra casa ammobiliata e con servizi igienici adeguati, per poter ristrutturare la vecchia abitazione e renderla adeguata alla famiglia. La coppia anglo-australiana, dal punto di vista familiare ha fatto progressi.