Gli Open Day scolastici sono ormai diventati un appuntamento quasi irrinunciabile per famiglie e studenti, che li sfruttano per esplorare l’offerta formativa delle scuole e per provare a fare una scelta più consapevole per il futuro, in particolar modo dopo la terza media.
Così, in vista delle iscrizioni per l’anno 2026/27 - che, ricordiamo, partiranno il 13 gennaio 2026 - il 42% degli studenti che dovranno fare il passaggio dalle scuole medie alle superiori - ovvero quelli le cui scelte attirano le attenzioni maggiori - ha già partecipato ad almeno una giornata “a porte aperte” allestita da uno o più istituti. E un ulteriore 17% prevede di farlo a breve. Solo il 41% ha scelto di non partecipare, avendo già chiara la direzione da prendere o preferendo altre modalità di orientamento.
A sottolineare l’importanza crescente di questi appuntamenti è un sondaggio di Skuola.net - effettuato su un campione di circa 1.000 alunni di terza media - che mostra proprio come le giornate in cui le scuole si “presentano” sono ormai una specie di rito per studenti e famiglie, diventando sempre più un pilastro nel processo di selezione del percorso didattico più adatto alle proprie esigenze: non a caso, circa 7 studenti su 10 li considerano uno strumento fondamentale per schiarirsi le idee.
La scelta della scuola passa per gli Open day
E, peraltro, per la maggior parte di coloro che hanno partecipato agli Open Day - complessivamente, tra chi si è già adoperato e chi invece lo farà a breve, stiamo parlando di quasi 6 studenti su 10 - la scelta finale arriva proprio dopo aver partecipato a due o più eventi “a porte aperte”.
Più nel dettaglio, il 29% ne ha visitati un paio, un altro 22% ne ha frequentati tre, il 18% ha preso parte addirittura a quattro o più Open Day. Dimostrando come la scelta scolastica venga affrontata sempre più con un approccio comparativo e riflessivo. A circa un terzo (31%), invece, basterà un solo appuntamento.
L'iscrizione è una questione di famiglia
Molto spesso, inoltre, l’orientamento scolastico si conferma come un processo decisionale condiviso: nel 69% dei casi il “tour” è in compagnia, con i genitori pronti a scortare i propri figli durante la visita dei plessi scolastici. Solo il 6% degli studenti prende parte agli Open Day da solo. Così come una minima parte (5%) preferisce delegare ai genitori, che dunque partecipano senza i figli. In alcuni casi (9%), invece, si va in compagnia di altri familiari, come fratelli e nonni. Mentre circa 1 su 10 preferisce andare con amici o compagni di scuola.
Nonostante la crescente disponibilità di opzioni digitali che permettono di esplorare le scuole online da remoto, la maggioranza degli intervistati (82%) continua a optare per gli Open Day in presenza. Solo il 5% sceglie di “visitare” le scuole tramite un virtual tour online.
Prima il fattore didattico, poi quello umano
La presa di contatto in presenza, infatti, continua a essere percepita come insostituibile per valutare l’ambiente scolastico, l’interazione con docenti e studenti, e per farsi un'idea concreta della scuola. Un 9%, per dire, ha voluto prendere parte anche a laboratori pratici o attività tematiche, a conferma dell’importanza di fare esperienze dirette come aiuto agli studenti per comprendere meglio il contesto e il metodo didattico dei vari istituti.
Le motivazioni principali che spingono a partecipare agli Open Day? Sono prevalentemente legate proprio alla comprensione delle materie insegnate e all’organizzazione specifica della didattica (43%). A seguire, nella scala di priorità, troviamo la valutazione dell’ambiente fisico, in primis aule, laboratori e spazi ludici (28%) e la voglia di conoscere l’ambiente dal punto di vista umano (24%), come che tipo di docenti e di alunni ci si troverà di fronte. Appena il 5% si concentra sulla logistica (distanza da casa, trasporti, ecc.).
Alla fine, per la maggior parte delle persone (58%), come detto, l’Open Day risulta essere un passaggio cruciale o comunque importante nel percorso che porta verso la decisione definitiva. Non sorprende, quindi, che il 73% degli studenti, dopo avervi partecipato, affermi di avere le idee più chiare sulla propria scelta, mentre solo l’8% si senta più confuso.
Gli altri strumenti di orientamento
Parallelamente, però, l’orientamento scolastico si fa anche tramite altri strumenti. Su tutti, spicca la relazione di fiducia con le persone che circondano gli studenti e il passaparola tra coetanei, che battono di netto canali più ufficiali. In particolare, i genitori e i docenti continuano a rappresentare i principali punti di riferimento: sommati, sono una fonte consultata e considerata da quasi 8 ragazzi su 10.
I siti web, i social e i video delle scuole hanno, invece, influenza sul 34% degli intervistati. Mentre le fonti istituzionali (classifiche, statistiche, ecc.) sembrano avere un impatto più limitato, con solo il 18% degli studenti che le utilizza per informarsi.