"Yara morta un'ora dopo l'uscita dalla palestra" Ma il pm e il medico legale smentiscono
Sembrava emerso che la 12enne di Brembate avesse perso subito conoscenza e che non avesse sofferto per le sevizie. Ma questi particolari non sono stati poi confermati
La vita della piccola Yara, la 12enne scomparsa nel 2010 a Brembate Sopra (Bergamo) e trovata morta dopo tre mesi, si sarebbe spenta in meno di un'ora dall'uscita dalla palestra. Il particolare sembrava fosse emerso dai risultati autoptici e ciò avrebbe reso possibile una più dettagliata ricostruzione della dinamica del delitto: Yara uscita di palestra, sarebbe stata quindi prelevata da un'auto e portata nel campo dove ha trovato la morte. La notizia, che si era diffusa in mattinata, è stata però smetita dal pm Letizia Ruggeri, mentre Giorgio Portera, genetista che assiste la famiglia Gambirasio, ha affermato che "non è possibile, in base agli accertamenti medico legali dire una cosa del genere"
Sembrava fosse stata l'analisi dei processi digestivi a permettere di stabilire che la ragazza fosse morta poco dopo la sua scomparsa. Dato che quella sera la madre di Yara ricordava esattamente cosa la bambina aveva mangiato e a che ora, pareva possibile indicare con precisione l'ora del decesso.
Una delle ricostruzione a cui lavorano gli investigatori è che Yara venne aggredita e sopraffatta subito, dato che quando subì le percosse e i tagli era già incosciente. Quando venne portata nel campo di Chignolo d'Isola le vennero inflitti almeno un colpo alla testa e varie ferite non letali sul corpo. Tagli che non contemplano, tra l'altro, segni di legacci o immobilizzazioni, o ferite da difesa. Non è nemmeno escluso che l'assassino, quando ha agito, fosse convinto che Yara fosse già morta. La ragazzina, peraltro, sarebbe certamente deceduta in quel campo.
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