Salute a rischio

Sanità, l'allarme di Cittadinanzattiva: "Fino a 360 giorni di attesa per una tac"

Solo il 40,6% delle prestazioni diagnostiche e il 34,5% delle visite specialistiche viene accettata dal cittadino alla prima disponibilità proposta 

© Ansa

Liste d'attesa, carenza di personale e disomogeneità territoriale mettono ancora a rischio l'effettività del diritto alla salute. È quanto risulta da due rapporti presentati da Cittadinanzattiva durante un evento al ministero della Salute. Dall'analisi sul 2024 di oltre 16mila segnalazioni dei cittadini, emerge che il 47,8% riguarda difficoltà di accesso alle prestazioni, soprattutto per le liste d'attesa: fino a 360 giorni per una tac, 720 per una colonscopia e 500 giorni per le prime visite specialistiche. Secondo un'elaborazione su dati Agenas 2025, però, nella fascia di priorità urgente, per un paziente su quattro, la colonscopia supera i 105 giorni rispetto al limite delle 72 ore. Il rispetto dei tempi massimi, in generale, è garantito solo per circa la metà delle prestazioni.

Curarsi è un lusso -

 L'83,6% delle segnalazioni indica i tempi di attesa come principale criticità, mentre oltre il 55% dei pazienti dichiara di aver rinunciato almeno a una visita o a un esame negli ultimi 12 mesi per indisponibilità delle prestazioni nel Sistema Sanitario Nazionale. Per questo motivo, l'85,9% ha sostenuto spese di tasca propria, soprattutto per farmaci, integratori e visite specialistiche. Tra i pazienti con malattie rare, oltre il 43% è costretto a spostarsi in un'altra Regione per curarsi, il 78% sostiene costi diretti per la gestione della patologia, il 68,3% denuncia lunghi tempi di attesa e il 46,3% difficoltà di accesso ai servizi riabilitativi. 

In difficoltà anche l'assistenza a casa -

 Sul fronte dell'assistenza domiciliare integrata, secondo Cittadinanzattiva, su un campione di 1.136 cittadini, soltanto il 35,4% di chi ne ha avuto bisogno nell'ultimo anno ha ottenuto il servizio, mentre il 15,6% ha ricevuto un rifiuto, spesso per criteri clinici ma anche per carenza di fondi o personale. Quasi la metà (49%) non ha presentato domanda pur avendone bisogno, probabilmente per scarsa informazione o mancanza di supporto.

Un quadro regionale frammentato -

 Su 21 amministrazioni interpellate dall'associazione, solo 13 hanno risposto. La Lombardia risulta la più trasparente sui dati, mentre la Toscana è l'unica a comunicare la distribuzione dei pazienti per complessità assistenziale. Nessuna Regione traccia la spesa effettiva e la maggior parte non fornisce dati qualitativi sul servizio, alimentando disuguaglianze territoriali.

"Necessaria riforma per un Ssn più forte ed equo" -

 Maggiore formazione del personale, rafforzamento dei servizi territoriali e investimenti nelle infrastrutture digitali. Sono alcune delle priorità indicate da Cittadinanzattiva che sottolinea l'urgenza di adottare di un nuovo Piano sanitario nazionale, assente dal 2008, assieme alla garanzia di uniformità su tutto il territorio nazionale dei Livelli essenziali di assistenza. Per l'associazione resta cruciale la realizzazione delle Case e degli ospedali di comunità, fondamentali per l'assistenza di prossimità, oltre alla piena operatività della normativa sulle liste d'attesa e agli incentivi per colmare le lacune in termini numerici del personale, soprattutto in settori critici come l'emergenza-urgenza.