A Selene Biffi il Premio Rolex 2012 L'italiana che aiuta i cantastorie in Afghanistan
Cinque i premiati in tutto il mondo. Lei è la prima italiana a vincere uno dei riconoscimenti più importanti al mondo. La motivazione: "Ha le potenzialità per diventare una leader di domani"
In Svizzera li chiamano pionieri. In Italia , se va bene, bamboccioni. Per fortuna che i cervelli migliori possono venire valorizzati all’estero senza dover per forza fuggire dal nostro Paese. E’ il caso di Selene Biffi, prima donna italiana a vincere il Rolex Awards, edizione 2012, uno dei premi più importanti al mondo nel settore della scienza e del sociale. Era dal 1993 che noi italiani venivamo costantemente dimenticati dalla giuria, composta tra gli altri da Umberto Veronesi e Carlo Rubbia. Vent’anni dopo Aldo Lo Curto, una donna italiana sotto i trent’anni si aggiudica i 50mila franchi svizzeri messi a disposizione dalla fondazione Rolex.
Convertitore alla mano, fanno più di quarantamila euro che dalla Svizzera finiranno a cinque pionieri e - tramite loro - in tutto il mondo. Il riconoscimento non è ad personam bensì a progetto. Dopo una selezione durata più un anno, oltre alla brianzola premi e assegni sono andati a Karin Atkinson (scozzese, 25 anni), Maritza Morales Casanova (Messico, 28), Sumit Dagar (India, 29), Arun Krishnamurthy (India, 25). Per tutti loro una motivazione comune: "Per le potenzialità di diventare i leader di domani. Come i loro predecessori, i vincitori 2012 hanno messo le basi di progetti che porteranno miglioramenti all’ambiente e alle comunità locali".
The Qessa Academy
Nonostante operi in diversi Paesi del mondo, il destino di Selene Biffi sembra legato a doppio filo all’Afghanistan. Era lì per conto delle Nazioni Unite quando, il 28 ottobre 2009 i talebani attaccarono il compound e fecero una strage. Era per i bambini afghani il fumetto che insegnava loro le più basilari norme igieniche per sopravvivere a stenti e malattie. E’ per la società afghana il progetto vincitore che muove da un semplice numero: in quel Paese sette persone su dieci sono analfabete. Mentre il mondo occidentale si spella mani e portafogli per tablet e smartphone, ad oggi da quelle parti il modo migliore per insegnare qualsiasi cosa rimane la parola.
Tramite i racconti si tramanda praticamente di tutto. “Il nostro progetto si chiama The Qessa Academy - spiega Biffi a Tgcom24 - e apriremo una scuola a Kabul per i disoccupati che vorranno imparare il mestiere di cantastorie. Ad insegnarlo saranno gli anziani”. Ma non di soli racconti passati vive l’uomo afghano: “Visto l’analfabetismo, per via orale verranno fatti passare anche messaggi di salute pubblica e concetti innovativi per quel mondo, come la partecipazione alla vita sociale. Così facendo, i giovani disoccupati potranno lavorare per le Ong e per gli enti di sviluppo”.
Internet e utopia
L’ideale è grande. Lo sforzo non da meno. Internet è decisivo: Biffi ha realizzato una piattaforma di crowdsourcing per poter raccogliere e archiviare tutte le storie oggi tramandate a voce, a prescindere che siano di origine pashtun, tagika o uzbeka. Magari proprio la Rete riuscirà laddove uomini e armi hanno fallito: unire un Paese, non imporre la democrazia dall’alto ma creare dal basso i presupposti per convivenza e tolleranza.
“A chi sorride a nostra ingenuità - risponde l’italiana - ricordo che la storia ci deve insegnare qualcosa. Nel 1935, il New Deal degli Stati Uniti descriveva l'arte e la cultura come elementi portatori di lavoro e di sviluppo in un Paese in crisi. Oggi i tempi sono cambiati ma la sfida merita attenzione”
Finalmente profeta anche in patria
E a una manciata di ore di distanza dal prestigioso riconoscimento internazionale, per Selene Biffi arriva anche il bis. Selene e la sua onlus Plain Ink hanno vinto il Premio per la Pace 2012 della Regione Lombardia. Il riconoscimento, istituito dalla Giunta regionale, viene attribuito ogni anno dal 1997 a quei soggetti che hanno realizzato azioni di pace o testimonianze di solidarietà, promuovendo iniziative per la cooperazione allo sviluppo. A segnalare Selene e le sue attività è stata l'associazione culturale CambiaMente che nel 2011 aveva collaborato con Plain Ink.
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