Aspettando il 25 dicembre

Tradizioni curiose: i “Buoni” e i “Cattivi” del Natale

Immaginando un'ipotetica lista di personaggi del folclore natalizio, vediamo da chi è bene guardarsi e chi invece aspettare con gioia

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Il Natale è la festa in cui sentirsi tutti più buoni. Ma non tutto il male sparisce per incanto, neppure in questo periodo dell’anno, per cui, accanto alle grandi figure positive della festa, come Gesù Bambino, Babbo Natale e Santa Lucia, ci sono anche alcuni “cattivi” di prim’ordine: non solo il Grinch, che alla fine si pente ed entra a far parte della schiera dei personaggi positivi, ma anche alcune figure, appartenenti soprattutto alla mitologia nordica, che hanno il duro compito di rappresentare il male del mondo, che purtroppo non svanisce neppure a Natale. Cominciamo il nostro elenco proprio da loro.

I CATTIVI – Il Grinch - Nato nel 1957 dalla penna dello scrittore e fumettista statunitense Dr. Seuss, ha il volto verde e il cuore “di due taglie troppo piccolo”: odia tutto ciò che riguarda il Natale, a cominciare dalla gioia e dalla musica natalizia. Vorrebbe distruggere questa festa e tutto ciò che la accompagna: la notte della Vigilia, si traveste perciò da Babbo Natale e ruba tutti i doni, decorazioni e cibo agli abitanti del suo villaggio. Quando sente che i suoi concittadini cantano felici nonostante la scomparsa dei doni capisce che il Natale è un sentimento, non una serie di oggetti. Il suo cuore si commuove e comincia così a crescere: restituisce quindi tutto e si unisce ai festeggiamenti, imparando il vero significato del Natale. Possiamo considerarlo perciò cattivo solo a metà, dato che non si sottrae al lieto fine.

I Krampus – Altri mostri cattivelli sono questi demoni, sconfitti un tempo da San Nicola e condannati per questo a servirlo. Fanno la loro comparsa nei mercatini natalizi dell’Alto Adige e del Friuli, oltre che in vari luoghi dell’Europa Centrale, in occasione del 6 dicembre, quando il Santo è impegnato a distribuire le strenne ai bambini buoni. Prendono di mira soprattutto chi nell’anno non si è comportato bene, ma è decisamente meglio evitarli dato il loro aspetto spaventoso e il grande rumore che fanno con fruste e campanacci. Solo San Nicola riesce a controllarli, per cui è bene stare alla larga da loro.

Gryla, la strega islandese - Un altro personaggio davvero cattivo è la strega Gryla, protagonista di molte storie, canzoni e spettacoli teatrali islandesi. Questa strega raccapricciante è sempre affamata di bambini, per cui, a ogni Natale, lascia la sua casa sulle montagne e va a caccia di bambini cattivi: una volta catturati, li mette in un sacco e li trascina nella sua grotta per metterli in pentola. Per fortuna, in molte versioni della leggenda, questa cattivissima strega alla fine della storia muore e i piccoli prigionieri vengono liberati.

Jólakötturinn, Il Gatto di Natale islandese - Un'altra tradizione natalizia islandese ha per protagonista un brutto gattaccio che si aggira nei paesi e divora chi, entro Natale, on ha completato tutte le sue mansioni. E da che cosa riconosce i bravi lavoratori dai fannulloni? Dal fatto che i lavoratori solerti ricevono dei vestiti nuovi da indossare a Natale, proprio per ingannare il Gatto. Da questa favola un po' lugubre i bambini dovrebbero imparare due lezioni: oltre a terminare i compiti loro assegnati, a Natale si deve donare ai poveri qualcosa che a noi non serve più, a cominciare dagli abiti. In questo modo tutti avranno qualcosa di nuovo da indossare per ingannare il crudele felino.

Hans Trapp – Questo personaggio appartenente al folclore alsaziano, è un vero alter ego "cattivo" di San Nicola. Hans Trapp è ispirato a un personaggio realmente esistito nel Seicento, il brigante Hans von Trotha, che seminò il terrore tra la popolazione al punto da essere considerato il cattivo per antonomasia. Raffigurato come uno spaventapasseri, il suo compito è quello di punire i bambini cattivi, proprio come San Nicola premia quelli buoni. In particolare, Hans chiede ai piccoli di recitare una poesia: chi non è in grado di ricordarla con sicurezza viene colpito con una frusta.

I BUONI – Babbo Natale - È un personaggio che non ha bisogno di presentazioni: con la sua barba bianca, il pancione prominente e il suo costume rosso, in dicembre non fa altro che leggere letterine di desideri e allenare le sue renne per il gran lavoro della notte tra il 24 e il 25. Preoccupati da un compito così faticoso, molti bambini lasciano a Babbo Natale una merenda accanto al camino: di solito latte e biscotti, senza dimenticare qualche carota per rifocillare le renne. Considerando la quantità di famiglie in cui Babbo Natale fa tappa, questi ripetuti spuntini potrebbero essere la ragione per cui è così in carne.

Gesù Bambino – Il portatore di doni, per eccellenza, dato che ha fatto dono di se stesso per salvare l’umanità intera, non può che contendere a Babbo Natale il compito di portare doni ai bambini. La tradizione però ha una storia curiosa: sembra risalire a una tradizione germanica del Cinquecento, introdotta da Martin Lutero e dai Riformatori proprio per contrastare il ruolo di Santa Klaus e per fare sì che i bambini associassero la venuta di Gesù sulla terra a emozioni di gioia e di gratitudine.

Santa Lucia - Una santa amatissima dai bambini di parte dell’Italia settentrionale, perché dispensatrice di doni. Il suo passaggio anticipa di qualche giorno quello di Babbo Natale. Santa Lucia è legata al culto della luce: non a caso la sua festa cade il 13 dicembre, quando si registra la notte più lunga dell’anno. Una curiosa consuetudine vuole che i piccoli vadano a letto presto questo quella sera, per non correre il rischio di vederla: in questo caso potrebbero perdere la vista. Nei Paesi Nordici, la tradizione vuole che la figlia maggiore della famiglia si alzi quando è ancora buio, indossi una veste bianca e in testa una corona di fronde ornata da sette candele accese: accompagnata dalle sorelle più piccole vestite con una camicia bianca, sveglia il resto della famiglia e serve loro i tipici dolcetti.

San Nicola - Precursore di Babbo Natale, è molto venerato a Bari, città di cui è Santo Patrono. Nicola di Mira nacque in una data incerta fra il 260 e il 280 d.C.: la sua storia riferisce che spese il suo patrimonio per sfamare i bisognosi, lasciando i suoi doni calandoli dal camino, per non mostrarsi e per non imbarazzare chi li riceveva. San Nicola è considerato protettore dei bambini, oggetto di alcuni dei suoi miracoli più famosi.

Nonno Gelo, il Babbo Natale russo – I bambini russi aspettano i doni nella notte di Capodanno, con il passaggio Ded Moroz, ovvero Nonno Gelo. Questo tradizionale personaggio del folclore natalizio russo si è diffuso, per influsso della politica sovietica, anche nei Paesi che fino a qualche decennio fa appartenevano all’area comunista, come Polonia, Bielorussia, Repubblica Ceca. Nonno Gelo è la personificazione dell’inverno e di solito è rappresentato come un vecchio dalla lunga barba bianca, vestito di bianco oppure di blu, con uno scettro in mano e accompagnato dalla giovane e bella nipote, chiamata Fanciulla della Neve, che invece rappresenta la promessa della primavera.