Per intimidire i sovietici, ebbri del successo del lancio dello Sputnik (il primo satellite artificiale in orbita, nel 1957), gli Stati Uniti intendevano dare una prova di forza folle: fare esplodere una bomba atomica sulla superficie della luna. Secondo il Pentagono, la vista del bagliore dell'esplosione nucleare sulla Luna avrebbe spaventato i sovietici e fatto riprendere gli americani dallo shock del primato di Mosca.
Il progetto aveva nome in codice "Project A119" e al suo sviluppo partecipò anche un giovanissimo Carl Sagan, l'astronomo diventato in seguito il più noto divulgatore americano. Secondo il Pentagono la vista del bagliore dell'esplosione nucleare sulla Luna avrebbe spaventato i sovietici e fatto riprendere gli americani dallo shock dello Sputnik (in attesa dell'impresa di Gagarin nel 1961).
Il progetto prevedeva che un missile con una piccola testata atomica - una infinitamente più potente all'idrogeno sarebbe pesata troppo - sarebbe stata lanciata da una base segreta e dopo aver percorso oltre 384.000 km sarebbe esplosa all'impatto con il satellite, incidendo sula superficie della Luna un nuovo cratere, del tutto artificiale.
A dissuadere gli scienziati ma anche gli stessi militari il pericolo che il razzo - all'epoca i lanci non erano ancora una routine - potesse precipitare a terra.