Il futuro immaginato nel 1982 da Ridley Scott nel suo capolavoro "Blade Runner" spirato al racconto di fantascienza di Philip K. Dick "Il cacciatore di androidi", è finalmente diventato presente. L'iconico film ha raggiunto infatti la data in cui è stato ambientato, ovvero novembre 2019.
E anche se nella vera Los Angeles questo novembre secco e caldo, che alimenta incendi, differisce un bel po' da quello descritto da Scott, su Twitter gli ammiratori del film si sono impegnati a confrontare come il futuro immaginato dal regista coincida con il loro presente.
Nel 1982 Scott aveva disegnato una Los Angeles in disfacimento, una metropoli distopica perennemente avvolta dallo smog che offusca il Sole e produce una pioggia continua, probabilmente acida. Inquinamento, clima impazzito, avidità delle corporation, governi repressivi e una popolazione che fatica a mantenere la
propria umanità. Non tutto è come Scott lo aveva descritto 37 anni fa ma in tante cose il regista aveva visto giusto. Niente auto volanti che lasciano scie di fuoco solcando i cieli e niente androidi "più umani dell'umano" come Zhora, Pris, Roy e Leon, ma certo l'intelligenza artificiale sta diventando ogni giorno sempre più intelligente.
Non esistono cellulari e smartphone nel mondo di Blade Runner, ma Harrison Ford (il cacciatore di replicanti Rick Deckard) parla in video call con Zhora, anticipando le videochiamate di Skype, Whatsup e FaceTime, mentre gli assistenti vocali usati da Deckard e da Eldon Tyrell, il fondatore dell'azienda che
fabbrica i replicanti, evocano gli attuali Siri di Apple o Alexa di Amazon. In quanto ad inquinamento, clima impazzito, governi repressivi e disumanità crescente purtroppo il presente ha quasi superato le peggiori previsioni del futuro che "Blade Runner" aveva solo lasciato immaginare.