Quello che Elio Veltri e Alfredo Vito non capiscono (o fingono di non capire) è che il problema non è quanto uno prende a fine mese ma in base a che cosa lo prende. Se i due signori guadagnassero miliardi di euro per le loro brillanti attività private, nessuno avrebbe nulla da dire. Nessuno ce l’ha con i ricchi così, di per sé. Ma è inaccettabile che una classe politica che ha completamente fallito il suo compito di governare l’Italia, si sia riservata una serie di privilegi, e continui a difenderli strenuamente, anche mentre continua a chiedere sacrifici agli italiani.
Il vitalizio, come si sa, non è una pensione ma un puro privilegio di casta e infatti non è commisurato ai contributi versati (tanto è vero che continua a prenderla anche chi è stato parlamentare per un giorno). E la collettività, perciò è costretta sua malgrado a mantenerlo con generosi stanziamenti a carico dei contribuenti. Ecco, banalmente, mi pare che un ricco assegno percepito in questo modo sia più che sufficiente. Due non hanno ragion d’essere. Di vita ce n’è una sola, no? E allora anche il vitalizio deve essere uno. Anzi, a dirla tutta, e considerate queste risposte arroganti, a me anche uno solo pare già fin troppo.