Anche a Mosca il Natale profuma di mandorle e frutta Made in Sicily. Oltre l'embargo, oltre la guerra. Da Bolognetta, comune a 30 chilometri da Palermo, parte infatti il panettone artigianale di campagna che raggiunge via terra, passando per Milano, le tavole - soprattutto - degli italiani che vivono nella Terza Roma. E casa sembra loro così meno lontana. Trecentosessanta pezzi d'impasto di lievito madre e mandarino marzuddu, quello tardivo di Ciaculli, minnulata, croccante cioè di mandorle caramellate, e fichi secchi con glassa al cioccolato di Modica. Con un tocco in più: il passaporto vistato. Tutto facile? Non di questi tempi, ma sfida vinta dalla famiglia di pasticcieri Lo Faso, che ha raccolto il guanto lanciato qualche anno fa da un loro compaesano vip, chef Nino Graziano, tra i primissimi a ottenere la stella Michelin in Sicilia e che attualmente ha sette ristoranti in Russia. E così, proprio a lui, è dedicata questa linea di panettoni moscoviti che indossa, per l'occasione, una veste di... velluto.
Palermo-Mosca, un "ponte" di dolcezza -
"Una scommessa nata quasi per gioco insieme allo chef stellato Nino Graziano, ma oggi Mosca rappresenta per noi una bella piazza dal punto di vista lavorativo - confessa a Tgcom24 Mauro Lo Faso, figlio d'arte, (il padre Giuseppe aprì nel 1985 la Pasticceria Delizia che dal 2015 gestisce con la sorella), e socio fondatore degli Ambasciatori Pasticcieri dell'Eccellenza Italiana Apei. - E il suo cliente è particolarmente esigente. Se in Italia i panettoni artigianali sono apprezzati, oltre che per la lavorazione, anche per la loro veste sobria e sostenibile, a Mosca li mandiamo nella scatola di velluto". Ma non solo.
Quello moscovita ha ingredienti speciali. "Questo panettone è uno dei 17 tipi che produciamo nel nostro laboratorio a Bolognetta e che abbiamo in negozio, ma l'idea - ricorda Lo Faso - era di fare un prodotto che avesse al suo interno materie prime del territorio. Così abbiamo pensato al mandarino marzuddu tipico della nostra zona, ai fichi con i quali anticamente si faceva una corona che poi si lasciava essiccare, alla minnulata, ovvero il torrone di mandorla tipico delle feste. Tutto questo lo abbiamo immaginato dentro a un panettone che poi abbiamo ricoperto con cioccolato di Modica, sempre per restare in Sicilia".
Per superare la dogana russa, il prodotto da forno che, con orgoglio, Lo Faso definisce "di campagna", proprio perché la frutta elencata arriva dalla sua proprietà, viaggia via tir, organizzati da un esportatore autorizzato di prodotti Ue muniti di schede tecniche preparate con la massima precisione. "Se il disegno della pedana non corrisponde a come i pacchi sono disposti, per esempio, non si passa", sottolinea il pasticciere siciliano.
Ma ben prima di arrivare in dogana, il panettone palermitano ha dovuto superare prove preliminari. Dal 2014, infatti, vige in Russia l'embargo sui prodotti alimentari freschi, come carne, pesce, frutta, verdura, latte e latticini, provenienti dall'Unione Europea. "Riusciamo a importare il nostro lievitato natalizio perché rientra tra i prodotti alimentari secchi, avendo il panettone, di fatto, una durata di un poco più di un mese", è la spiegazione.
Stabilito ciò, si passa al passaporto per emigrare. "Abbiamo dovuto compilare una scheda tecnica nella quale si spiega in dettaglio come è stata realizzato; abbiamo dovuto indicare il tipo di carta utilizzata per il pirottino, la plastica usata per il sacchetto, l'inchiostro delle incisioni sulla scatola. Vogliono sapere tutto con precisione". E' lungo, dunque, l'elenco delle incombenze burocratiche per l'esportazione. Perché ci vogliono anche le autorizzazioni doganali che vengono rilasciate solo dopo accurati accertamenti sull'azienda. "L'iter, a volte, è scoraggiante – ammette il pasticciere palermitano – ma ora posso dirlo: sfida vinta. Anche quest'anno, per il settimo anno consecutivo, centinaia di nostri panettoni sono in viaggio, anche se il grosso in realtà partirà a Pasqua".
Il panettone a Pasqua? "Sì, esatto. Più di un migliaio sono quelli che andranno a Mosca in occasione della Pasqua ortodossa che quest'anno cade a metà aprile. E allora finiranno sì sulla tavola dei russi. Perché il panettone ricorda molto il loro dolce tipico tradizionale pasquale, il kulich, ma il nostro, realizzato con la consulenza dello chef Nino Graziano, viene apprezzato per quel tocco esotico in più che non guasta. Sarà quello l'invio del nostro carico maggiore". Una storia, dunque, che non finisce di stupire.