tempo pieno di senso

Maria, la “sognatrice in azione” che ogni venerdì sceglie di esserci

Maria incontra la Lega del Filo d’Oro nel 2018: da allora inizia un suo personale viaggio che la porta a ricordarsi “cosa significa davvero esserci”

© Lega del Filo d'Oro

Alla Lega del Filo d’Oro, il volontariato non è un gesto occasionale, ma un modo di stare al mondo. Lo sa bene Maria, volontaria del Centro Residenziale di Termini Imerese, che ama definirsi una “sognatrice in azione”. Un’espressione che non nasce da uno slogan, ma da una scelta profondamente vissuta: “Essere un sognatore in azione non è solo uno slogan. È qualcosa che si sente nel cuore, che si vive nei gesti più piccoli, più semplici”. Le parole di Madre Teresa, “Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore”, diventano per lei un faro, il punto in cui tutto ha inizio.

L’incontro con la Lega del Filo d’Oro -

 Il suo sogno comincia nel 2018, quasi per caso, durante il percorso di formazione per diventare volontaria. Studia la LIS (Lingua dei Segni Italiana), il Braille, le basi della comunicazione con le persone sordocieche. Ma nessuna teoria può prepararla all’impatto emotivo del primo incontro negli appartamenti del Centro. Racconta di un momento che la travolge: il cuore che si stringe, il nodo alla gola che blocca il respiro. Rimane composta, ma appena esce crolla in un pianto lungo e liberatorio. A quel punto il marito le chiede: “Perché lo fai, se ti fa stare così male?”. E nella fragilità di quel momento, Maria sente con chiarezza che quello è il suo posto. “Era un dolore giusto, quello che nasce non dalla paura, ma dal senso”. Non lo racconta a nessuno, lo custodisce per capire: “Cosa posso davvero dire a queste persone? Cosa posso dare?”

La scelta di esserci -

 La risposta arriva sulla strada, ogni venerdì pomeriggio, quando lascia il suo paesino vicino a Palermo per arrivare a Termini Imerese. Un’ora di viaggio all’andata e una al ritorno, senza che pesino mai. “Era tempo pieno di senso”, spiega. Tempo “altro”, liberato dalla frenesia della settimana, da dedicare interamente agli ospiti della Fondazione. Anche senza avere certezze, aveva scelto di esserci. Con il cuore, prima ancora che con le competenze.

Il volontariato, allora, aveva un ritmo diverso: più libero, più fluido. Si passava da un appartamento all’altro, da un’attività a un’altra. In quella libertà Maria cercava di essere una presenza leggera ma viva, una presenza che “non invade ma accoglie”. “Mi sentivo quasi una fan dei nostri ragazzi. Volevo farli stare bene, anche solo per pochi minuti”. Tornava a casa carica, mai stanca. Ogni sorriso, ogni gesto condiviso diventava energia pura.

Offrire autenticità -

 Ed è proprio in quel cammino che capisce cosa può davvero offrire: non messaggi perfetti, non parole giuste, ma autenticità. "Serviva esserci, con autenticità. Serviva solo essere una presenza affidabile, costante, sincera”. Gli ospiti le insegnano il valore del silenzio che parla, della lentezza che cura, dello sguardo che accoglie. Sono loro, più di chiunque altro, a mostrarle che il vero incontro supera i limiti dei sensi e nasce dall’ascolto profondo.

Maria custodisce un’immagine che racconta perfettamente questo senso: il Ricordo di un viaggio di René Magritte, con la Torre di Pisa sorretta da una piuma gigante. La Torre è la persona sordocieca, forte e fragile allo stesso tempo. La piuma è lei: “Apparentemente leggera, insignificante. Ma presente”. Una presenza umile che non salva il mondo, ma può evitare un crollo nelle giornate più difficili. Questo, per lei, è volontariato. Questo è il suo essere sognatrice in azione. Oggi, ogni volta che entra alla Lega del Filo d’Oro, Maria ripensa al suo primo giorno, alle lacrime, alla paura. E comprende che non erano un ostacolo, ma l’inizio del sogno. “Sono loro a donarmi qualcosa ogni volta. Sono loro a ricordarmi cosa significa davvero esserci”.