"Nessuna somma di denaro è stata pagata, né vi è stata alcuna trattativa": a sostenerlo è, in un comunicato, il contabile di Berlusconi, Giuseppe Spinelli, parlando del suo sequestro. "Leggo con stupore ricostruzioni fantasiose - continua - ma debbo precisare che il mio ritardo nel riferire a Berlusconi e a Ghedini come si erano svolti i fatti è dovuto al forte timore di gravi ritorsioni nei confronti dei miei familiari".
Oltre alle sei persone finite in carcere, ci sono altri indagati, secondo quanto si è appreso, nell'inchiesta sul rapimento del ragionier Giuseppe Spinelli e della moglie. Al momento non si conoscono né il loro numero e tantomeno i nomi.
Inquirenti: "Al vaglio molto materiale"
Nelle indagini sul sequestro Spinelli proseguono gli accertamenti au alcuni depositi e rapporti bancari, sia in Italia sia in Svizzera. Ed è in corso di analisi anche molto materiale informatico, sequestrato ieri all'alba in concomitanza degli arresti e delle perquisizioni. Al momento, quindi, secondo gli investigatori, sarebbe improprio affermare che i documenti della presunta "trattativa" tra Spinelli, Silvio Berlusconi e i sequestratori siano scomparsi. Potrebbero infatti essere nel molto materiale al vaglio.
Una finta rapina per trovare soldi e documenti della "trattativa"
La centralità di questa pista è confermata anche dagli sforzi della polizia per arrivare alle cassette di sicurezza prima dei malviventi. A tal fine, nei giorni scorsi, gli investigatori avevano anche organizzato la messinscena di una rapina, con tanto di cartello "chiuso per rapina" sulle vetrate della banca e la presenza di una volante davanti per impedire ai banditi di operare nella filiale.
E un contrattempo "tecnico" era stato organizzato anche nell'altra agenzia, tanto da spingere i banditi, preoccupati, a chiedere garanzie sul contenuto delle cassette. Che poi si è scoperto essere costituito prevalentemente da un ingente quantitativo di soldi fac-simile.
Ghedini: "Ritardi dovuti a timore"
A confermare la versione di Spinelli sul motivo dei ritardi nell'avvertire l'Autorità giudiziaria di quanto avvenuto è il legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini: "Il ritardo con cui è stata avvisata l'Autorità giudiziaria è unicamente riferibile al più che giustificato timore provocato dai sequestratori nel ragionier Spinelli, il quale temeva gravi ritorsioni per sé e per la sua famiglia".
"Preciso anche - ha aggiunto Ghedini - che il presidente Berlusconi non ha avuto alcun ruolo nella vicenda e tutte le decisioni sui tempi e sui modi sono state assunte dal ragionier Spinelli e da me".
Ghedini: "Non è stata pagata nessuna somma"
Niccolò Ghedini ha precisato inoltre che "nessuna somma di denaro è mai stata pagata a chicchessia né vi è stata alcuna trattativa con i sequestratori" del ragionier Giuseppe Spinelli e della moglie. "Qualsiasi illazione su questo punto - aggiunge - è totalmente destituita di fondamento".
Ghedini: "Inizialmente Spinelli non parlò di sequestro"
"Partiamo dall'inizio - ha spiegato Ghedini ricostruendo le ore del sequestro Spinelli -: il ragioniere Spinelli è stato sequestrato la notte di lunedì 15 ottobre. Nella prima mattina del martedì 16 ottobre, verso le 8.30, Spinelli chiamava al telefono il presidente Berlusconi, narrandogli non del sequestro in corso, ma di essere stato avvicinato da alcune persone inviate da uno studio legale: queste persone volevano fornire del materiale definito risolutivo per la causa Cir-Fininvest e per questo richiedevano 35 milioni di euro. Il ragionier Spinelli forniva una serie di particolari tesi a dare maggiore credibilità alla documentazione, insistendo affinché il presidente Berlusconi autorizzasse il pagamento".
La telefonata tra Spinelli e Berlusconi
Il legale del Cavaliere racconta nei dettagli come è andata la telefonata intercorsa tra Spinelli e Silvio Berlusconi la mattina del 16 ottobre. "La richiesta - assicura il deputato pidiellino - appariva al presidente Berlusconi del tutto inaccettabile e, per così dire, "anche anomala" tanto da concludere con il ragionier Spinelli che lo avrebbe fatto chiamare da me. Il presidente mi avvisava telefonicamente e mi chiedeva di telefonare a mia volta al ragionier Spinelli. Questi mi ripeteva gli stessi concetti che aveva già detto al presidente Berlusconi".
"Dopo aver valutato il contenuto della presunta documentazione e, in particolare, ritenendo del tutto inverosimile il ruolo attribuito al presidente Fini e sulla base anche della mia conoscenza del ragionier Spinelli - ha quindi spiegato Ghedini - richiamai il presidente Berlusconi, dicendogli che a mio parere, lo Spinelli si trovava non in una situazione normale, ma in una situazione di costrizione".