La sostenibilità non è più soltanto un tema ambientale. È diventata un modello di sviluppo capace di migliorare la qualità della vita delle persone, la competitività delle imprese e la coesione dei territori. I principi dell’Agenda 2030, recepiti nella Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, delineano un percorso che punta a una società più equa, resiliente e inclusiva. Come sottolinea anche l’azione di Unioncamere, in questo contesto un ruolo di spicco è assunto in particolare dalle Piccole e Medie Imprese, che rappresentano l’ossatura produttiva italiana e che possono contribuire allo sviluppo sostenibile adottando modelli responsabili, innovazione circolare, efficienza energetica e approcci capaci di generare benefici diffusi sui territori.
Le “5 P”: la bussola per un modello di società equa -
La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile si fonda sulle cinque aree chiave di intervento dell’Agenda 2030, le cosiddette “5 P”, in cui le Nazioni Unite hanno sintetizzato i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Obiettivi che devono essere interpretati non come azioni isolate, ma come parti di un unico progetto.
Le Persone sono il primo elemento: la sostenibilità punta a promuovere dignità, uguaglianza, benessere e accesso ai servizi, combattendo povertà e discriminazioni. Il Pianeta rappresenta la necessità di tutelare risorse naturali, ecosistemi e biodiversità, ridurre l’inquinamento e contrastare il cambiamento climatico, come indicato dal MASE all’interno degli obiettivi nazionali per la mitigazione e l’adattamento.
La terza dimensione è la Prosperità, che riguarda un’economia capace di creare valore diffuso, lavoro dignitoso, innovazione sostenibile e competitività. Un punto essenziale per il sistema produttivo nazionale, che secondo Unioncamere può rafforzare la propria crescita proprio integrando sostenibilità e performance economica.
La Pace richiama la costruzione di società giuste, inclusive e sicure, in cui legalità, fiducia e coesione sociale permettano uno sviluppo più equilibrato. Infine, la Partnership sottolinea l’importanza della cooperazione tra istituzioni, imprese, territori, associazioni e cittadini: un approccio “multi-stakeholder” che il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica individua come fondamentale per l’attuazione della strategia.
Queste cinque aree chiave di intervento mostrano come la sostenibilità diventi uno strumento di equità: perché solo unendo ambiente, economia, diritti e partecipazione è possibile generare valore condiviso.
Il ruolo delle imprese: sostenibilità come leva di inclusione e competitività -
Le imprese italiane, in particolare le PMI, sono protagoniste di questo cambiamento. L’adozione di modelli sostenibili, sottolinea Unioncamere, accresce infatti la competitività e rafforza la resilienza delle aziende, soprattutto quando si agisce su innovazione di processo, uso efficiente delle risorse, formazione e trasformazione green delle filiere.
Sostenibilità, quindi, non significa solo ridurre l’impatto ambientale, ma generare benessere per lavoratori e comunità: condizioni di lavoro migliori, stabilità, crescita occupazionale e valorizzazione dei territori. In questo modo l’impresa diventa attore sociale oltre che economico.
Verso un’Italia più equa, sostenibile e partecipata -
Il MASE evidenzia come la SNSvS includa anche “vettori di sostenibilità” trasversali - educazione, partecipazione, integrazione delle politiche e cultura della sostenibilità - necessari a trasformare le strategie in cambiamento reale.
Quando imprese, istituzioni e cittadini collaborano, la sostenibilità diventa un progetto condiviso capace di generare equità: meno disuguaglianze, più opportunità, economia più forte e territori più resilienti.