Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno raggiunto un'intesa di principio per arrivare allo sblocco dei fondi per l'Emilia. L'intesa sarà formalizzata nell'ambito dell'accordo complessivo che dovrebbe essere raggiunto martedì prossimo quando riprenderanno i negoziati sui bilanci 2012 e 2013. Germania, Olanda, Finlandia, Svezia e Gb avevano in un primo momento bloccato gli aiuti Ue, non intendendo aderire in pieno al fondo solidarietà.
"Negoziati sospesi fino a martedì, ma arriva la schiarita"
I negoziati sui bilanci rettificativi Ue del 2012, inclusi gli aiuti per il terremoto in Emilia ed Erasmus, e sul bilancio Ue 2013, sono ''sospesi sino a martedi''', ha annunciato il portavoce del commissario Ue al bilancio Janusz Lewandowski su Twitter, ma non si arriverà ad un muro contro muro come pareva essere stato per l'intera giornata.
"Nessun Paese europeo è contrario al sostegno finanziario all'Emilia per il terremoto, non ci sono riserve su questo, sono ottimista sulla possibilità di un accordo stasera o nel corso della notte", aveva detto una fonte italiana, in un'altalena di notizie prima positive e poi negative, precisando che i cinque Paesi in questione, pur non essendosi espressi contro l'aiuto di 670 milioni, "ritengono necessario chiudere su questo contestualmente alla decisione sulla rettifica del bilancio 12 per 9 miliardi", necessari per pagamenti dovuti dalla Ue.
Le riserve dei cinque Paesi
In pratica, anche se tutti i Paesi hanno riconosciuto che l'Italia ha diritto ai finanziamenti del Fondo di solidarietà Ue, approvando formalmente la decisione, Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia non vogliono però "pagare il conto", hanno spiegato le fonti. I 27 si sono riuniti per decidere anche sul bilancio rettificativo Ue 2012, per cui la Commissione ha chiesto in più la cifra record di 9 miliardi, e anche sul bilancio 2013, per cui sempre la Commissione ha chiesto un aumento del 7% rispetto a quello dello scorso anno.
Questi cinque Paesi sono contrari anche a queste richieste dell'esecutivo comunitario, adducendo il fatto che data la crisi bisogna ridurre le spese. I soldi che la Commissione chiede, però, sono quelli già stanziati per i progetti del bilancio 2007-2013, che essendo ora giunto al termine deve saldare i conti e pagare le fatture dovute agli stessi stati membri. "Ora sono arrivate le 'bollette' da pagare: cosa dovrei farne, ignorarle e buttarle nel cestino della spazzatura?", ha detto il commissario Ue al bilancio Janusz Lewandowski ai ministri riuniti a Bruxelles. I negoziati tra Commissione, Consiglio e Parlamento per cercare di arrivare a un'intesa complessiva si prevedere che dureranno tutta la notte.
Maroni: "Vergogna, perché stare in Ue?"
Così Roberto Maroni su Twitter: "E' semplicemente una vergogna. Se questa è l'Europa non capisco cosa ci stiamo a fare?". Per Maroni, "una Europa che nega poche centinaia di milioni di euro per aiutare i terremotati, gente che sta male, che vive una catastrofe naturale - ha proseguito - non capisco cosa ci stia a fare".