Non tutto quel che luccica è oro. E' il caso dei figli dei Vip: spesso dietro ciò che appare come privilegio si nasconde un terreno minato, un equilibrio fragile tra identità personale, pressione pubblica e aspettative irraggiungibili. Negli ultimi anni sempre più giovani cresciuti in famiglie celebri hanno raccontato apertamente la loro sofferenza: non è soltanto ribellione adolescenziale, ma un disagio profondo, strutturale, legato alla loro condizione di “figli di”, in un mondo che li osserva e li giudica ancor prima che imparino a conoscersi. Uno di questi figli è Achille Costracurta, nato dall’ex calciatore Billy Costacurta e dalla showgirl-modella Martina Colombari, che è diventato uno dei casi più emblematici in Italia
La depressione e la dipendenza - Negli ultimi anni ha raccontato la sua lotta con dipendenze, crisi identitarie, depressione e un tentativo di suicidio. Una testimonianza dura e coraggiosa, che mostra quanto crescere sotto una luce “troppo forte” possa destabilizzare: il cognome famoso diventa uno schermo che nasconde la persona reale. La sua rinascita, iniziata grazie alla terapia e a una riabilitazione, rappresenta una delle poche volte in cui un giovane figlio di celebrità riesce a trasformare una crisi in un percorso di consapevolezza.
Non solo Achille Costacurta- Asia Argento, figlia del regista Dario Argento e a sua volta madre di Anna Lou Castoldi, ha raccontato più volte le difficoltà vissute crescendo in un ambiente artistico complesso, segnato da traumi familiari, dipendenze e aspettative gigantesche. Anche la figlia, Anna Lou, ha parlato della fatica di vivere sotto una doppia eredità ingombrante e di crescere mentre la propria vita privata diventa un fatto di pubblico interesse. Anche Yari Carrisi, figlio di Albano e Romina Power, ha parlato più volte dell’impatto della notorietà dei genitori sulla sua serenità, soprattutto negli anni in cui la vicenda familiare (compresa la scomparsa della sorella Yleni) è stata trattata come un romanzo nazionale. Un dolore privato che, per la sua famiglia, non è mai stato davvero privato. E nel panorama internazionale il senso di disagio dei figli Vip è lo stesso. Paris Jackson, figlia di Michael Jackson, Paris ha condiviso la sua battaglia con depressione, tentativi di suicidio, ansia, isolamento. Crescere con uno dei personaggi più famosi della storia moderna significa non avere mai un momento di normalità, nemmeno da bambini. Il suo percorso di cura e di consapevolezza è oggi un esempio di resilienza. Anche Hopper e Dylan Penn, figli di Sean Penn e Robin Wright, hanno rivelato quanto l’infanzia nella “fabbrica dei sogni” possa generare instabilità. Hopper, in particolare, ha parlato della sua lotta con la dipendenza da metanfetamine e della difficoltà di crescere con genitori famosi e spesso occupati. Così come Guillaume Depardieu, figlio di Gérard Depardieu, ha parlato apertamente del rapporto conflittuale col padre, dei suoi problemi con droga, alcol, rabbia e autodistruzione. La sua morte prematura è stata letta come il risultato di una vita segnata dal peso schiacciante di un cognome troppo grande e da ferite mai guarite.
Cosa succede dal punto di vista psicologico - Anzitutto c'è l'esigenza di un’identità che non sia fragile. La formazione dell’identità in adolescenza è un passaggio delicato per tutti. Per i figli dei Vip, però, la domanda “chi sono io?” viene oscurata dal “di chi sono figlio?”. La loro personalità rischia di formarsi in reazione o in opposizione ai genitori famosi: o si sentono obbligati a essere all’altezza o cercano di differenziarsi con comportamenti estremi o provano vergogna o ansia per aspettative impossibili. Poi c'è un problema di esposizione mediatica eccessiva. Molti di questi giovani crescono sapendo che qualsiasi gesto può finire sui giornali. I loro errori adolescenziali, che in un ragazzo comune rimangono privati, diventano notizie, meme, discussioni. Questa sensazione di essere osservati, valutati, giudicati produce: ansia sociale, paura del fallimento, perfezionismo malato, dipendenza dal controllo dell’immagine. Per questo spesso si percepisce la pressione delle aspettative: “non posso sbagliare”, proprio perché sono il figlio di X. La pressione può generare sentimenti di inadeguatezza, vergogna, senso di colpa per non essere perfetti, depressione mascherata. E poi c'è un accesso precoce a mondi adulti e “non regolati”. Ambienti della moda, del cinema, della musica, dello spettacolo sono: mondi intensi, veloci, pieni di eccessi e tentazioni. I figli dei Vip spesso vi entrano molto presto, senza strumenti emotivi maturi.
La fama è un amplificatore - Essere famosi aumenta sicuramente quello che c’è di bello come le opportunità, i talenti, le possibilità. Ma amplifica anche ciò che è fragile. E nei figli dei Vip la fragilità spesso resta invisibile finché non arriva al punto di rottura. Eppure molte di queste storie raccontano anche resilienza, rinascita, coraggio: ragazzi che imparano a uscire dall’ombra, a ridefinire la propria identità, a costruire una vita che non sia una copia sbiadita di quella dei genitori. Sono storie che meritano di essere ascoltate senza voyeurismo, senza giudizio. Perché dicono qualcosa a tutti noi: la fragilità non è un privilegio o un difetto. È un pezzo della condizione umana.