Svolta storica

Usa, il comitato Cdc cancella la raccomandazione sul vaccino anti-epatite B alla nascita

La decisione è arrivata al termine di un lungo confronto tra esperti

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Il comitato consultivo sui vaccini dei Centers for Disease Control and Prevention ha revocato una raccomandazione, in vigore da decenni, che prevedeva la somministrazione della prima dose del vaccino contro l'epatite B entro le 24 ore dalla nascita. La decisione rappresenta il cambiamento più rilevante nel programma vaccinale pediatrico statunitense dall'ingresso di Robert F. Kennedy Jr. alla guida del Dipartimento della Salute. La votazione è arrivata dopo un confronto durato un giorno e mezzo, segnato da momenti di forte dibattito e confusione. Durante la discussione, non sono mancati appelli da parte di esperti di sanità pubblica affinché venisse mantenuta la raccomandazione.

Il panel, noto come Advisory Committee on Immunization Practices, è composto da membri prevalentemente no-vax da quando in giugno il ministro della salute Rfk Jr. ne ha licenziato i membri precedenti. In un voto otto contro tre, i membri hanno raccomandato che le donne risultate negative al test per l'epatite B possano decidere, in consultazione con un medico, se il loro neonato debba ricevere la dose alla nascita. Il gruppo ha suggerito di aspettare almeno 2 mesi per la prima dose se il vaccino non viene somministrato alla nascita. La raccomandazione va adesso al direttore protempore dei Cdc per il sì definitivo.

Il vaccino contro l'epatite B viene normalmente somministrato ai bambini in tre dosi. In genere, in seguito alla prima dose entro 24 ore dalla nascita, i piccoli ricevono la seconda dose dopo uno o due mesi e la terza tra i sei e i 18 mesi di età. Alcuni membri del panel avevano espresso preoccupazione riguardo alla vaccinazione nel periodo neonatale, una finestra critica per lo sviluppo del cervello e del sistema immunitario, nonostante il fatto che il vaccino contro l'epatite B venga somministrato in sicurezza ai neonati da decenni.

Secondo Restef Levi, uno dei componenti della commissione che ha votato a favore, "si tratta di un cambiamento più vasto, non solo a questo vaccino, ma anche alla strategia vaccinale nel suo complesso". Altri esperti hanno definito la decisione "incosciente" e affermato di non aver visto dati che supportino il rinvio della dose fino ai due mesi o oltre. "Dobbiamo prendere decisioni sulla base dei dati che abbiamo, e dobbiamo usare solo dati credibili per formulare le decisioni, non speculazioni né ipotesi", ha dichiarato il membro dell'Acip Joseph Hibbeln, psichiatra e neuroscienziato.

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