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Adesso Rosario Crocetta rispetterà la castità?

In campagna elettorale aveva preso un insolito impegno: "Se dovessi diventare presidente della Regione Sicilia dirò addio al sesso e mi considererò sposato con la Sicilia, le siciliane e i siciliani"

Sito ufficiale

L'ex sindaco di Gela Rosario Crocetta aveva sconvolto l'elettorato siciliano quando in un comizio si era spinto a fare una promessa che mai nessun politico aveva osato fare: "Se dovessi diventare presidente della Regione Sicilia dirò addio al sesso e mi considererò sposato con la Sicilia, le siciliane e i siciliani". Ma adesso che le urne lo hanno proclamato vincitore rispetterà questa linea?

Crocetta aveva spiegato il motivo di questa decisione così drastica: "L’ex premier (Silvio Berlusconi, ndr) ha rappresentato uno degli esempi di peggior politica in assoluto: ha sacrificato in nome del gossip il proprio impegno politico, facendo intendere una sua considerazione sotto zero dell’universo femminile. Ora per me il tempo della passioni è finito. Mi piace leggere salmi e i grandi poeti sufi".

Non è dato sapere se con questa uscita a effetto ammiccava agli alleati cattolici dell'Udc oppure se si trattava di un intendimento personale, di sicuro resta il fatto che dopo Nichi Vendola, Crocetta è il secondo governatore regionale dichiaratamente gay, oltre che primo sindaco omosessuale della storia d'Italia.

Nel 2002 è stato eletto sindaco della cittadina di Gela, dove già da tempo era impegnato in politica. Nella ricerca di una sua collocazione politica all'interno della Sinistra italiana, ha aderito prima al Partito Comunista Italiano e poi a Rifondazione Comunista, con cui è stato assessore alla cultura del comune di Gela dal 1996 al 1998. Poi ha ricoperto anche l'incarico di consigliere comunale con la Federazione dei Verdi.  Assessore alla Pubblica Istruzione dal 2000 al 2001, nel maggio del 2002 si candida a sindaco della sua città per l'alleanza di centrosinistra e viene proclamato primo cittadino dopo un ricorso e un secondo scrutinio delle schede. 

In campagna elettorale e durante l'intero mandato si è fatto portavoce della necessità di combattere Cosa Nostra, autodefinendosi "sindaco antimafia". Tra le sue iniziative antimafia lo svolgimento delle gare per l'appalto delle opere pubbliche alla presenza dei Carabinieri ed il licenziamento di impiegati comunali vicini alla mafia.

Al termine dei cinque anni di mandato, si ricandida nella carica di primo cittadino e viene riconfermato dal voto popolare al termine delle consultazioni amministrative del 2007, in cui stravince al primo turno con il 64,8% dei consensiIn campagna elettorale e durante l'intero mandato si è fatto portavoce della necessità di combattere Cosa Nostra, autodefinendosi "sindaco antimafia". Tra le sue iniziative antimafia lo svolgimento delle gare per l'appalto delle opere pubbliche alla presenza dei Carabinieri e il licenziamento di impiegati comunali vicini alla mafia.

Nel 2008 aderisce al Partito Democratico e alle elezioni europee del 2009 è eletto al Parlamento Europeo  e si dimette da sindaco di Gela dopo due anni dalla riconferma. Il 18 aprile 2012 diviene vicepresidente della Commissione speciale antimafia (Crim) dell'Unione europea.

E' stato l'obiettivo di due attentati sventati prima dell'esecuzione dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

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