
Torino, manifestanti Pro Pal assaltano la redazione de "La Stampa" | Polemiche per le parole di Albanese
Un centinaio di attivisti si è staccato dal corteo per andare a devastare la sede del quotidiano. Il collettivo ritiene i giornalisti "responsabili di aver dipinto Mohamed Shahin come uno spaventoso terrorista". Meloni: "Grave suggerire che la responsabilità di queste violenze sia della stampa"

La redazione de La Stampa a Torino è stata devastata da un gruppo di manifestanti Pro Pal scesi in piazza per lo sciopero generale del 28 novembre. Circa un centinaio contestatori si è staccato dal corteo per dirigersi alla sede del quotidiano, lanciando letame e imbrattando i muri con scritte: "Giornalisti complici dell'arresto in Cpr di Mohamed Shahin". La redazione era vuota perché i giornalisti hanno aderito compatti allo sciopero indetto dalla Fnsi.
Giunti all'interno della redazione, gli attivisti hanno cominciato a devastare tutto. Sui social il collettivo Ksa (Kollettivo studentesco autonomo) ha spiegato che il blitz è stato compiuto perché ritengono i giornalisti "responsabili di aver dipinto Mohamed Shahin come uno spaventoso terrorista".
Chi è Mohamed Shahin -
La persona citata dai manifestanti che hanno assaltato La Stampa è il 47enne di origini egiziane Mohamed Shahin, imam di una moschea di Torino che è stato espulso dal Viminale negli scorsi giorni. Secondo la polizia, l'uomo rappresenta "una minaccia concreta, attuale e grave per la sicurezza dello Stato". Per la Procura di Torino è soltanto un denunciato per un blocco stradale avvenuto durante un corteo Pro Pal. La vicenda è presto diventata un caso politico: la destra ha lodato la mossa del ministro dell'Interno, mentre la sinistra ha chiesto al governo (con una interpellanza alla Camera dei deputati Avs, M5S e Pd) di bloccare l'iter verso il rimpatrio. Shanin, che è stato portato nel Cpr di Caltanissetta, ha affermato che in Egitto corre gravi rischi in quanto oppositore di Al Sisi e ha presentato domanda per il riconoscimento della protezione internazionale.
Le affermazioni di Francesca Albanese - La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati ha condannato l'irruzione, ma, al tempo stesso, ha avvertito: "Che questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro, per riportare i fatti al centro del nuovo lavoro e, se riuscissero a permetterselo, anche un minimo di analisi e contestualizzazione". Parole che hanno scatenato polemica e indignazione bipartisan.
Meloni: "Grave suggerire responsabilità stampa per violenze" -
"È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia - anche solo in parte - della stampa stessa. La violenza non si giustifica. Non si minimizza. Non si capovolge. Chiunque cerchi di riscrivere la realtà per attenuare la gravità di quanto accaduto compie un errore pericoloso. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e va difesa sempre, senza ambiguità". Così su X il premier Giorgia Meloni.