Si è chiusa, dopo dieci ore, la prima giornata delle requisitorie del processo con rito abbreviato per l'omicidio di Melania Rea, uccisa il 18 aprile 2010 con 35 coltellate. Salvatore Parolisi, accusato del delitto, era presente nel Tribunale di Teramo dove, nell'aula Falcone-Borsellino, la pubblica accusa con i Pm Davide Rosati e Greta Aloisi ha chiesto per lui l'ergastolo senza attenuanti.
Dopo le requisitorie della Procura e della parte civile, ha avuto spazio anche la prima parte dell'arringa difensiva del collegio legale di Salvatore Parolisi. Per oltre due ore e mezza ha tenuto banco l'avvocato Nicodemo Gentile che all'uscita non ha voluto rilasciare dichiarazioni.Il processo riprenderà venerdì 26 ottobre, con la conclusione dell'arringa difensiva e le controdeduzioni delle parti. A quel punto il giudice Marina Tommolini si chiuderà incamera di consiglio per emettere la sentenza.
La famiglia Rea: "Richiesta che ci aspettavamo"
"E' quello che ci aspettavamo la richiesta di un ergastolo senza attenuanti". Così l'avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni, all'uscita dell'aula dove il Pm Davide Rosati ha chiesto la pena massima per Salvatore Parolisi, reo, secondo l'accusa di aver ucciso la moglie Melania con 35 coltellate il 18 aprile 2011 nel bosco di Ripe di Civitella.
Il padre di Melania: "So la verità"
Per il padre di Melania, però, le requisitorie sono ininfluenti: "Non mi aspetto molto di più di quello che già so: la famiglia Rea la verità la conosce e si è fatta le sue convinzioni". Il padre di Melania è arrivato a Teramo con il cognato e il figlio: "Quello che conta - sottolinea - è che mia figlia non c'è più, io mi aspetto solo che la giustizia faccia il suo corso. Ma le mie convinzioni non me le tocca nessuno. Quindi, viva la giustizia, viva la magistratura, viva l'Italia".