VIAGGIO APOSTOLICO

Papa Leone: "Il mondo destabilizzato da ambizioni e decisioni che calpestano la pace"

Il Pontefice ad Ankara, prima sua tappa all'estero dall'inizio del pontificato: da qui comincia il viaggio in Turchia e Libano

L’aereo di Papa Leone XIV è atterrato questa mattina all’aeroporto internazionale di Ankara, inaugurando la visita pontificia in Turchia e Libano. Nel suo primo discorso rivolto alle autorità turche, il Pontefice ha affrontato il tema delle tensioni globali e del ruolo dei popoli nel custodire la pace. "Il nostro mondo ha alle spalle secoli di conflitti e attorno a noi esso è ancora destabilizzato da ambizioni e decisioni che calpestano la giustizia e la pace. Tuttavia, davanti alle sfide che ci interpellano, essere un popolo dal grande passato rappresenta un dono e una responsabilità", ha affermato.

Arrivo ad Ankara e prime cerimonie ufficiali -

 Il viaggio di Papa Leone si è aperto con una sequenza di appuntamenti istituzionali a sottolineare l’importanza diplomatica della visita. Dopo l’atterraggio, Papa Leone XIV ha ricevuto il saluto ufficiale delle autorità turche e l’omaggio dei bambini in abito tradizionale. La presentazione delle delegazioni e la Guardia d’Onore hanno scandito le prime fasi del protocollo. Il Santo Padre si è trasferito quindi nella State Guest House, dove ha avuto luogo un breve incontro con le autorità locali che lo hanno accolto all’arrivo. Si è poi diretto verso il Mausoleo di Atatürk, punto cardine delle cerimonie previste nella capitale.

La visita al Mausoleo di Atatürk -

 Al Mausoleo del fondatore della Repubblica turca, il Pontefice è stato ricevuto da un ampio gruppo di autorità nazionali e locali all’inizio della Lion’s Road, l’asse monumentale che conduce al complesso. La cerimonia si è aperta con la deposizione di una ghirlanda, gesto simbolico che esprime il riconoscimento del ruolo storico di Mustafa Kemal Atatürk nella costruzione della Turchia moderna. Come previsto dal protocollo ufficiale il Papa si è spostato verso la Torre Misak-i Milli per firmare il Libro d’Onore sul quale ha scritto: "Rendo grazie a Dio per aver potuto visitare la Turchia e invoco su questo Paese e sul suo popolo abbondanza di pace e prosperità".

L'incontro con il presidente Erdogan -

 Dopo la visita al Mausoleo di Ataturk, Papa Leone si è recato a far visita al Presidente turco Recep Tayyip Erdogan presso il Palazzo presidenziale. Insieme hanno presenziato a una breve cerimonia con l'esecuzione degli inni nazionali della Turchia e della Santa Sede, ai quali hanno fatto seguito 21 colpi di cannone a salve mentre si svolgeva l'onore alle bandiere. L’incontro rientra nel quadro delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Repubblica di Turchia e offrirà l’occasione per un confronto sui temi della stabilità regionale, della tutela delle minoranze religiose e del ruolo del Mediterraneo in una fase geopolitica complessa.

Il primo discorso in Turchia: il richiamo alla responsabilità storica -

 Rivolgendosi alle autorità turche, Papa Leone XIV si è espresso su tensioni globali e ruolo dei popoli nella custodia della pace. “Il nostro mondo ha alle spalle secoli di conflitti e attorno a noi esso è ancora destabilizzato da ambizioni e decisioni che calpestano la giustizia e la pace. Tuttavia, davanti alle sfide che ci interpellano, essere un popolo dal grande passato rappresenta un dono e una responsabilità”, ha detto il Pontefice. Leone ha inoltre sottolineato il valore del contributo turco nel Mediterraneo e oltre: “Voi avete un posto importante nel presente e nel futuro del Mediterraneo e del mondo intero, anzitutto valorizzando le vostre interne diversità”. Richiamando l’immagine simbolica del ponte sullo Stretto dei Dardanelli, il Papa ha infine osservato che “prima di collegare Asia ed Europa, Oriente e Occidente, esso lega la Turchia a sé stessa, ne compone le parti e così ne fa, per così dire, dall’interno un crocevia di sensibilità, che omologare rappresenterebbe un impoverimento”.

Il messaggio del Papa sull’unità e sulla pace -

 Nel colloquio informale con i giornalisti a bordo del volo papale, Leone XIV ha richiamato i 1700 anni del Concilio di Nicea per spiegare la centralità dell’unità tra i cristiani nel suo viaggio in Turchia e Libano. “Ho desiderato questo viaggio specialmente per il messaggio di unità tra i cristiani, ma è anche un messaggio per tutto il mondo”, ha affermato il Pontefice. L’appello alla collaborazione tra popoli e religioni è accompagnato da un invito universale: “Invito tutti a camminare insieme e a cercare insieme la pace, l’unità e l’armonia”. Il Santo Padre ha esteso il messaggio oltre le appartenenze confessionali: “Tutti gli uomini e le donne devono sentirsi fratelli e sorelle, al di là delle differenze”. A bordo del velivolo, il Papa ha accennato anche alla prospettiva di visitare altri Paesi, tra cui Algeria, Spagna e la possibilità di una tappa a Torino in occasione dell’ostensione della Sindone.

Le comunità cristiane in Turchia secondo monsignor Palinuro -

 In vista dell’arrivo del Papa a Istanbul, monsignor Massimiliano Palinuro, vicario apostolico della città, ha sottolineato il valore storico della presenza cristiana in Turchia, oggi una minoranza pari allo 0,6% della popolazione. Ha ricordato inoltre come il Paese ospiti luoghi centrali per la storia del cristianesimo: la patria dell’apostolo Paolo, il contesto dei primi concili ecumenici, la casa di Maria a Efeso, le tombe degli apostoli Giovanni e Filippo. Una tradizione antica che convive con una presenza attuale numericamente ridotta, ma considerata dal presule “come un piccolo seme, un pugno di lievito”. Palinuro ha citato anche le parole rivoltegli da un patriarca armeno al suo arrivo: “Le nostre comunità sono piccole, ma come un diamante: le cose preziose sono spesso piccole”.

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