"E' stata la mano del buon Dio a fare avvicinare la Concordia al Giglio dopo l'urto, altro che una manovra fatta da Schettino". Parola del procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, a proposito della rotta seguita dalla nave in avaria. "Se non c'era quel vento di quella sera - ha detto Verusio - la nave si sarebbe capovolta e affondata in un minuto. Non aveva propulsione e i timoni erano bloccati, l'ha salvata solo l'abbrivio".
I periti: "Durante l'inchino la moldava Domnica era in plancia"
Secondo i periti del gip di Grosseto, mentre Schettino si stava avvicinando con la Costa Concordia all'Isola del Giglio per fare il cosiddetto inchino, in plancia di comando, tra gli altri, c'era anche la ballerina moldava Domnica Cemortan. Gli esperti lo scrivono nella loro relazione tecnica sul naufragio del transatlantico.
In questo modo Schettino, per far assistere all'inchino, ha contravvenuto a varie norme, non solo del Codice nautico, ma anche a quelle imposte dalla Costa Crociere. "Il comandante - scrivono i periti - entra in plancia accompagnato da tre persone estranee alla guardia, contravvenendo a quanto prescritto dalle regole imposte dalla Costa Crociere". Le persone sono, oltre alla Cemortan, il commissario di bordo, Manrico Giampedroni, e lo chef Ciro Onorato. "Alle ore 21.34.38 il comandante Francesco Schettino fa ingresso in plancia", si legge nella perizia. Quindi sono trascorsi circa 15 minuti da quando è stato contattato dal primo ufficiale Ciro Ambrosio.
La ricostruzione
"Il titolare della guardia è ancora Ambrosio, in quanto il comandante è semplicemente salito in plancia ma non ha avocato a sè il controllo della manovra", scrivono ancora i periti ma Schettino "rivolgendosi ad Ambrosio si informa sulla velocità della nave e questi risponde: '15.5 nodi'".
A questo punto Schettino si rivolge ad Ambrosio dicendo "timone a mano". E' questo il momento, secondo i periti, in cui Schettino assume il comando della nave cioè qualche istante prima che dica "master take command" (sono le 21.39.17). Due minuti prima, alle 21,37, Schettino aveva chiesto al cameriere di bordo Antonio Tievoli, anche lui presente "irregolarmente in plancia", se questi avesse chiamato Palombo (un ex comandante di navi che secondo Schettino lo avrebbe invitato a fare l'inchino quella sera, ndr). Tievoli risponde: "Non ancora". Dopo pochi istanti Tievoli chiama l'ex ammiraglio Mario Palombo e intorno alle 21.45 avviene la collisione della nave sugli scogli de Le Scole.
Prima dell'udienza, il comandante scherza con un fotografo
E in mattinata, prima che l'udienza avesse inizio, Francesco Schettino si era concesso qualche battuta con i fotografi. "Vabbuò! Sto bene, non ti preoccupare", ha risposto a un operatore appostato all'ingresso del Teatro Moderno di Grosseto. Il fotografo l'ha chiamato "comandante" e lui ha risposto anche salutandolo con la mano prima di entrare nel Teatro trasformato da lunedì in aula di tribunale. Schettino aveva fatto il suo ingresso passando da una porta secondaria, ma solo dopo aver salutato fotografi, giornalisti e operatori delle tv. "Buongiorno, buon lavoro a tutti", aveva detto brevemente prima di recarsi in aula con i suoi avvocati.