FOTO24 VIDEO24 2

Inchieste e amicizie scomode: tutti gli scheletri negli armadi di Renzi, Vendola e Bersani

Il Partito Democratico ha appena aggiornato le regole delle primarie per la leadership, ma non ha aggiunto norme sul finanziamento al partito e sui candidati indagati

Il Partito Democratico ha appena messo mano al regolamento delle primarie. Tuttavia non ha previsto nuove norme sulla trasparenza del finanziamento alle campagne dei candidati alle primarie né tantomeno una regola sui candidati indagati. Forse perché gli armadi dei tre aspiranti premier del centro-sinistra non sono del tutto liberi dagli scheletri.

Ansa

Nichi Vendola, doppia indagine per il governatore pugliese In Puglia è il governatore Nichi Vendola a essere nei pasticci. È indagato per concorso in abuso d'ufficio per la nomina a primario di Paolo Sardelli, responsabile del reparto di chirurgia toracica all'ospedale San Paolo di Bari. Ad accusarlo è l’ex dirigente dell'Asl di Bari, Lea Cosentino, la quale fu sollevata dal suo incarico dal governatore pugliese.
Come se non bastasse, Vendola ha ricevuto un avviso di garanzia per i reati di abuso d'ufficio, peculato e falso; per una transazione di 45 milioni di euro non conclusa tra Regione Puglia e l'ospedale "ecclesiastico" Miulli. In attesa che il processo venga celebrato, Vendola ha messo le mani avanti: "Se vengo condannato, è chiaro che mi ritiro dalla vicenda delle primarie. Tra qualche giorno andrò a giudizio con rito abbreviato chiesto da me, e lo faccio con la coscienza totalmente serena".

LaPresse

Matteo Renzi, processi e sostenitori famosi

Il giovane sindaco di Firenze ha già al suo attivo diverse indagini, che però, si guarda bene dal raccontare sui suoi siti ufficiali. È stato condannato in primo grado, insieme ad altre venti persone, dalla Corte dei Conti della Toscana per danno erariale. Pena comminata, il pagamento di 14mila euro. Il procedimento si riferisce a quando era presidente della Provincia di Firenze. Alla condanna Renzi ha reagito richiedendo il giudizio d'appello. Quando era presidente della Provincia di Firenze avrebbe causato un danno all’erario concedendo ad alcuni assunti un inquadramento contrattuale di categoria superiore, quindi più oneroso a quello dovuto.
Ma le sue grane con la giustizia non finiscono qui. Sulla sua amministrazione provinciale 2004-2009 ha messo ancora gli occhi la Corte dei Conti. Il consigliere provinciale del PdL Guido Sensi ha diffuso i documenti ufficiali della Corte e del Ministero dell'Economia con i quali l'attuale candidato alle primarie del centro-sinistra è stato “messo in mora” per alcune irregolarità nella gestione finanziaria dell'ente. Con lui decine di altri “indagati” fra membri della sua allora Giunta e dirigenti della Provincia. Matteo Renzi sarebbe responsabile di «gravi illegittimità nell'attribuzione di alcuni compensi a carattere indennitario» e «dell'illegittima attribuzione di quattro incarichi di direzione generale». Sostanzialmente, si tratterebbe di stipendi illecitamente gonfiati e assunzioni irregolari. Per questi fatti al momento Renzi non è indagato, né vi sono ipotesi di reato.
Più trasparente, invece, Renzi è stato a proposito dei sostenitori della sua campagna elettorale. Dopo lo scoppio del caso Lusi, il tesoriere della Margherita che lo accusava lo scorso maggio di avere intascato dei soldi dei rimborsi elettorali, il sindaco ha pubblicato sul suo sito internet la lista dei primi finanziatori che gli hanno elargito somme per la campagna elettorale che lo ha portato a Palazzo Vecchio. Tra questi l’azienda dei gelati Sammontana, il fondatore della Gig giocattoli Gianfranco Horvat, (morto suicida nel luglio 2009 dopo aver ucciso la moglie) e Andrea Bacci, attuale presidente della Silfi, l'azienda di illuminazione pubblica fiorentina. Il nome di quest’ultimo venne citato da alcuni media nelle intercettazioni dell'inchiesta G8: parlando con l'imprenditore Riccardo Fusi, che era intercettato, Bacci avrebbe chiesto l'uso di un elicottero per accompagnare Renzi. Il sindaco, dal canto suo, ha sempre smentito di aver usato l'elicottero di Fusi.

LaPresse

Bersani, nessuna inchiesta ma amicizie scomode

Nessuna indagine per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. A offuscare però, la sua immagine di politico semplice e perbene, alcune amicizie ingombranti. Come ricostruisce Agoravox, nel 1999 fu sponsor di Roberto Colaninno nell’operazione Telecom presso l’allora ministro D’Alema. "Evvai!", avrebbe esultato quando, dopo che il governo impedì a Telecom di poter resistere all'Opa lanciata da Olivetti, i "capitani coraggiosi" si impadronirono dell'azienda.
NAntonio Fazio rivela ai pm che nel 2005 Fassino e Bersani proposero una fusione Bnl-Mps-Unipol. Bersani ha minimizzato il suo coinvolgimento nella vicenda: "Ricordo solo un giro d'orizzonte, uno sguardo, senza questioni particolari e niente di rilievo. E’ fuori dalle intercettazioni, ma i suoi rapporti con i "furbetti" vengono documentati dalle agende del segretario di Fiorani.
Tra gli amici di Bersani si annovera anche Marcello Gavio, l'imprenditore (latitante nel '92 per accuse di corruzione da cui è stato assolto, socio di Ligresti e delle Autostrade e proprietario di aziende con manager condannati per finanziamento illecito). Più tardi fu coinvolto anche nel caso Parmalat, il cui reponsabile della tesoreria, Franco Gorrreri (ex presidente della Banca del Monte di Parma e vicesegretario Provinciale del Psi) - ha raccontato Calisto Tanzi - avrebbe finaziato Bersani "per conto del gruppo". Interrogato nel 2005 dai magistrati, Bersani ha smentito: "Posso affermare di non aver mai rinvenuto il nome di Gorreri tra i contributori. Non posso essere altrettanto categorico per le precedenti campagne elettorali". Alla fine il pm fa archiviare le accuse relative ai finanziamenti illeciti, nonostante dalle casse di Parmalat siano usciti 12 milioni di euro destinati ai partiti. 


Tra il 2006 e il 2007 avrebbe accettato 98 mila euro da Emilio Riva, patron dell'Ilva di Taranto. Peccato però, che in quel periodo Bersani fosse  Ministro dello Sviluppo Economico e che un finanziamento diretto potrebbe averlo  influenzato.

Espandi