La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione all'Italia per "incompatibilità dei poteri discrezionali nelle fusioni bancarie con il diritto dell'Unione europea in Italia". E' quanto emerge dal database sui provvedimenti, nel quale appaiono il titolo e il numero della procedura, in avvio con la messa in mora e l'area di intervento, ovvero 'Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali'. Da quanto si apprende a Bruxelles i "poteri discrezionali" ai quali si fa riferimento sono quelli del cosiddetto Golden Power.
In risposta alla procedura di infrazione l'Italia starebbe già studiando un intervento normativo di modifica alla legge sul Golden Power che consentirebbe il superamento in tempi rapidi delle obiezioni dell'Ue. All'esame del governo - secondo quanto si apprende da fonti vicino al dossier - ci sarebbe un decreto o emendamenti alla legge di Bilancio. Tutte e due le strade dovrebbero portare a superare rapidamente anche i rilievi espressi. L'Italia - spiegano le stesse fonti - sta lavorando da mesi con le commissioni competenti per trovare una soluzione con una collaborazione e per questo la soluzione potrebbe arrivare in tempi brevissimi senza attendere i due mesi previsti in questo caso per la risposta.
La Commissione Ue ha inoltre aperto una procedura di infrazione contro l'Italia sulla cosiddetta direttiva "case green", per non aver "pienamente attuato né spiegato in modo esauriente" l'eliminazione graduale degli incentivi finanziari per l'installazione di caldaie autonome a combustibili fossili entro il termine del primo gennaio 2025. Roma ha ora due mesi di tempo per rispondere alle carenze segnalate dalla Commissione che, in assenza di risposta "soddisfacente", può decidere di emettere un parere motivato portando avanti l'iter di infrazione. Bruxelles ha aperto la procedura anche per Estonia e Ungheria.
In una nota la Commissione europea ricorda che il termine ultimo per il recepimento della direttiva case green è il 29 maggio 2026. Tuttavia, le disposizioni relative agli incentivi finanziari per l'installazione di caldaie autonome a combustibili fossili avevano una scadenza ravvicinata al primo gennaio 2025. "La decarbonizzazione del settore dell'edilizia dipende in larga misura dall'eliminazione graduale dell'uso dei combustibili fossili per il riscaldamento", ricorda Bruxelles.
Dopo aver esaminato le misure notificate da Estonia, Italia e Ungheria e le spiegazioni fornite, "la Commissione ha concluso che questi tre Stati membri non hanno pienamente attuato né spiegato in modo esauriente l'eliminazione graduale degli incentivi finanziari per l'installazione di caldaie autonome a combustibili fossili entro il termine del primo gennaio 2025", si legge nella nota.