Fare il genitore è il mestiere più difficile che esista, ma oggi si può imparare anche in Rete. O almeno, se ne possono condividere gioie e difficoltà, chiedere consigli, commentare e confrontare esperienze. Lo sanno bene i numerosissimi genitori "social" che frequentano i blog dedicati a mamme e papà, un esercito così numeroso da rappresentare un vero fenomeno sociale.
Fino a qualche tempo fa ci si limitava a qualche timido racconto o a un breve sfogo, alla pubblicazione delle foto dei propri "tesorini", o a ingannare con qualche post la solitudine e il tempo da trascorrere in casa tra un'incombenza e l'altra legata al bebé. Ora la musica è molto diversa: il successo riscontrato da siti come Vivalamamma, Professione papà o Working Mothers Italy e il crescente numero di persone interessate a condividere online esperienze e dubbi, ha fatto fiorire una quantità di blog, siti di e-commerce e pagine sui social network dedicati ai genitori 2.0. Insomma, si può a buon diritto parlare di un vero e proprio fatto di costume.
"Ad avere un blog oggi non sono più solo i 'malati' di tecnologia", racconta Chiara Cecilia Santamaria, blogger esperta che, trasferitasi nel Regno Unito lontana da amici e famiglia, ha iniziato a raccontare in rete le sue esperienze di mamma londinese. "Per le mamme - spiega - è uno strumento per confrontarsi e sfogarsi. Un blog aiuta a chiedere consigli quando non si sa a chi rivolgersi, per dare e ricevere conforto e scoprire che altri condividono i nostri stessi dubbi e le nostre stesse difficoltà". I temi più dibattuti online? "Dal baby blues ai conflitti di sentimento, dalla depressione post partum al rapporto di coppia dopo il primo parto". Un po' diversa è la realtà di Vivalamamma, il blog per i genitori social di Tgcom24. Oltre alla possibilità di commentare e condividere esperienze e fatti di vita vissuta, la pagina propone notizie e spunti di riflessione legati alle vicende di attualità. Sempre proposti dal punto di vista della mamma blogger. Non per niente Maria Nigo, autrice della pagina, si è occupata per anni di attualità economica e finanziaria. "Sono una blogger, mamma di due bimbi, a volte felice, a volte disperata. Ma mi piace dividere e condividere le mie gioie e anche le mie disperazioni con le altre mamme del blog. Un punto di ritrovo? Sì, ma anche un momento di riflessione. Un modo per affrontare tematiche di attualità, cronaca e altro del mondo mammesco!"
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Ma non finisce qui. Oltre ai consigli, la rete offre anche opportunità professionali alle donne costrette a destreggiarsi nell'eterno conflitto tra maternità e lavoro. "Il mio blog è nato come valvola di sfogo, poi è cresciuto fino a trasformarsi in un'attività di e-commerce interamente dedicata alle mamme artigiane. Un 'negozio' che posso gestire da casa senza trascurare le mie due figlie. Portare avanti un'attività del genere senza web sarebbe impossibile", racconta Cristiana Calilli, blogger di centopercentomamma.blogspot.com. Anche gli uomini fanno la loro parte. Tra questi Federico Ghiglione che dedica il suo blog "Professione papa'" tanto ai padri più attivi quanto "ai casi umani, quelli che seguono modelli desueti", senza dimenticare quelli a metà tra le due categorie, "cioè quelli che vorrebbero fare, ma non hanno modelli di riferimento", spiega.
Alle mamme e ai papà digitali si rivolgono anche le aziende con sempre maggiori spazi e risorse dedicate ai social media. Ad esempio la Procter&Gamble, che ha avviato diversi progetti per il web.
Ma la Rete non si limita a migliorare la vita delle mamme del Terzo Millennio, ma aiuta a disegnare la sua fotografia. "Una mamma che accetta di più i suoi limiti, impara a delegare, non si vergogna di raccontare gli aspetti più difficili della maternità - dice Flavia Rubino, fondatrice di The talking Village - I social media consentono di stabilire relazioni, condividere esperienze, raccontarsi, esprimere dubbi, fare domande".