Tratto dal libro del padre

La storia di Giulia Cecchettin diventa un film: "Se domani non torno"

A firmare la regia e la sceneggiatura Paola Randi 

© IPA

La storia di Giulia Cecchettin diventa un film dal titolo "Se domani non torno". Ispirato al libro "Cara Giulia" di Gino Cecchettin (con Marco Franzoso) padre della 22enne uccisa nel 2023 dall'ex fidanzato Filippo Turetta, condannato all'ergastolo per il femminicidio, il lungometraggio porta la firma di Paola Randi alla regia qui anche cosceneggiatrice con Lisa Nur.

Il film -

 Annunciato durante la trasmissione "Che tempo che fa" del fim si sa ancora poco se non che si dovrebbe cominciare a girarlo nel 2026. Nessuna anticipazione invece sugli attori che faranno parte del cast. La trama seguirà la storia raccontata da Gino Cecchettin nel libro 'Cara Giulia quello che ho imparato da mia figlia' pubblicato lo scorso marzo. 
Tra gli altri film di Paola Randi ci sono "Tito e gli alieni", con il quale ha vinto un Nastro d'argento e poi "Beata te" e "La storia del Frank e della Nina"

 

Il libro -

 Scritto con Marco Franzoso - l'autore de "Il bambino indaco" e de "L'innocente" - e parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere, il volume è una lunga lettera, una narrazione potente e un appello alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni in cui Gino Cecchettin, attraverso la storia di Giulia, si interroga sugli errori e sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società. "Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande", sono le sofferte parole di impegno, consapevolezza e coraggio di Cecchettin.

Una lunga lettera alla figlia Giulia per aiutare tutti -

   "Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico", è l'esordio della lunga lettera a Giulia firmata da Gino Cecchettin, che, dal giorno dei funerali della figlia, ha scelto di condividere il proprio dolore, cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo, perché possa essere di aiuto ai giovani. Il padre di Giulia ha spiegato così come sono nate queste pagine: "Provo ad analizzare dove abbiamo sbagliato, soprattutto noi genitori, padri e madri, dove siamo stati poco presenti e non siamo riusciti a educare i figli all'amore, al rispetto, alla comprensione, ma li abbiamo forse educati a una modalità di vita incentrata sul possesso. (...)  Questo sto cercando di fare con tutte le mie forze e questo credo sia il modo migliore per reagire a quanto è successo, facendo più rumore possibile, per parlare agli altri genitori e alla generazione dei figli". In memoria di Giulia la famiglia Cecchettin ha creato anche una fondazione benefica a suo nome con l'obiettivo di sensibilizzare i giovani e la società sul femminicidio e sostenere manifestazioni e iniziative per ricordare l'importanza dell'educazione familiare e affettiva.

Il femminicidio e la condanna -

 Giulia era scomparsa l'11 novembre 2023 dopo aver incontrato l'ex fidanzato Filippo Turetta. Il suo corpo senza vita era stato ritrovato dopo una settimana di ricerche, uccisa con 75 coltellate.Turetta, nel frattempo era fuggito in Germania.
Il ragazzo è stato condannato all'ergastolo circa un anno dopo, nel dicembre 2024, sentenza confermata nel 2025.Il processo contro Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin si è aperto il 23 settembre 2024 davanti alla Corte di Assise di Venezia con rito immediato. Il 3 dicembre 2024 la corte ha emesso la sentenza: Turetta è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato (con riconoscimento delle aggravanti della premeditazione, del sequestro di persona e dell’occultamento di cadavere). La sentenza ha escluso le aggravanti di crudeltà e di atti persecutori (stalking). Inoltre, è stato stabilito un risarcimento provvisionale per la famiglia della vittima pari a circa 500mila euro per il padre e 100mila euro ciascuno per la sorella Elena e il fratello Davide. Successivamente, il 6 novembre 2025 la Procura Generale presso la Corte d’Appello di Venezia ha ufficialmente rinunciato all'impugnazione della sentenza, dopo che lo stesso Turetta aveva rinunciato all’appello, rendendo la condanna definitiva.

La laurea post mortem -

  Quando avvenne l'omicidio, Giulia Cecchettin aveva già completato la tesi ed era prossima alla discussione di laurea in ingegneria biomedica e lo scorso febbraio le è stata conferita dall'Università di Padova la laurea post mortem. A ritirare il titolo accademico la sorella Elena: "Sono fiera di te" aveva detto tra le lacrime.

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