I lavoratori di Eurallumina di Portovesme nel Sulcis, "esasperati dall'inerzia istituzionale", hanno deciso una clamorosa protesta. Un gruppo di operai ha deciso di salire sul silo numero 3, a circa 40 metri di altezza. Cgil, Cisl e Uil sostengono questa nuova iniziativa di lotta e chiedono che Mimit, Csf, Mef e presidenza del Consiglio intervengano subito per "stanziare i fondi necessari alla continuità operativa di Eurallumina, come previsto dalla legge, per garantire il pagamento delle utenze, dei salari e delle fatture delle imprese terziste e assicurare la prosecuzione delle bonifiche ambientali". L'azienda produce allumina (ossido di alluminio) attraverso la raffinazione della bauxite nel suo stabilimento sardo. Si tratta di un prodotto intermedio nella filiera produttiva dell'alluminio, da cui si ricava successivamente il metallo. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato per mercoledì 10 dicembre un tavolo di aggiornamento sulla situazione, ma per i sindacati la protesta continua.
Nonostante i progressi recenti, tra cui l'emanazione del nuovo Dpcm Energia Sardegna del 12 settembre 2025, resta un ostacolo decisivo al rilancio dello stabilimento: la mancata revoca delle sanzioni patrimoniali disposte dal Comitato di Sicurezza Finanziaria nei confronti di Eurallumina l'8 maggio 2023, che ha comportato l'affidamento della gestione dello stabilimento all'Agenzia del Demanio. I lavoratori denunciano una disparità di trattamento rispetto ad altre aziende europee del gruppo Uc Rusal (in Svezia, Germania, Irlanda), dove i governi hanno scelto di tutelare le imprese strategiche mantenendole operative. Inoltre, sottolineano come la gestione finanziaria dello stabilimento, pari a oltre 20 milioni annui, sia stata sostenuta fino a settembre 2025 dalla stessa Rusal, mentre la normativa prevedrebbe fondi ministeriali tramite l'Agenzia del Demanio.
Il 6 novembre Eurallumina aveva fissato al 12 novembre la scadenza per ottenere certezze sullo stanziamento dei fondi necessari. La mancata risposta ha portato al rinvio del Consiglio di Amministrazione previsto per il 14 novembre. Dopo che la richiesta di incontro urgente inviata il 10 novembre al ministro Urso è rimasta senza riscontro, l'assemblea dei lavoratori ha proclamato lo stato di mobilitazione generale e permanente. Senza le risorse ministeriali, l'azienda potrebbe essere costretta a liquidazione o fallimento, con conseguenze irreversibili per circa 1.500 posti di lavoro equivalenti e per l'intero territorio del Sulcis.
Ministero: "Tavolo il 10 dicembre" -
È stato convocato per il 10 dicembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy il tavolo un tavolo di aggiornamento sulla situazione di Eurallumina. La convocazione alle ore 10, fatta su indicazione del ministro Adolfo Urso, seguirà la riunione in programma al Mimit del gruppo di lavoro tecnico preparatorio del Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF), che sarà chiamato a pronunciarsi sulla continuità aziendale di Eurallumina. Il ministro Urso - scrive il ministero in un comunicato - "in linea con il percorso sinora intrapreso dal Mimit, ha dato mandato ai tecnici del Dicastero di sostenere con chiarezza, in ogni sede, la necessità di garantire la continuità produttiva e finanziaria dell'azienda, mettendo in campo ogni azione possibile. L'obiettivo è quello di individuare la soluzione più idonea a consentire la piena ripresa delle attività dell'azienda, in attesa che si completi il confronto sullo sblocco degli asset, in conformità alla vigente disciplina europea".
"La protesta continua, tavola prima del 10" -
Nonostante la convocazione del tavolo per il 10 dicembre, va avanti la protesta dei quattro operai Sulla sommità della struttura è stata piazzata una tenda che per ora li tiene al riparo dalla forte pioggia. "La riunione tecnica preparatoria del Csf, prevista per domani rappresenta un passo avanti. È, invece, inaccettabile la programmazione della riunione per il 10 dicembre e la dice lunga sull'attenzione verso questa vertenza, sulla celerità per la sua soluzione e sull'attenzione verso i lavoratori", dicono Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Rsa che chiediamo un incontro prima del 10.