forze dell'ordine sul posto

Como, tensioni in carcere dopo un tentativo di evasione fallito: tre agenti feriti, grave un detenuto

La rivolta ha richiesto l'intervento di squadre antisommossa. Il Dap: "Ripristinato l'ordine in tempi brevi"

Quattro persone sono rimaste ferite nel carcere del "Bassone" di Como durante una rivolta che ha coinvolto un numero ancora imprecisato di detenuti. Il più grave è un recluso, ricoverato in codice rosso all'ospedale di Monza dopo essere rimasto schiacciato tra le ante di un cancello. Tre agenti della polizia penitenziaria hanno riportato contusioni lievi e sono stati accompagnati in codice verde all'ospedale Sant'Anna. La rivolta ha tenuto impegnate decine di agenti per gran parte del pomeriggio. Il Provveditorato regionale ha dirottato su Como diverse squadre anti-sommossa, sia da Milano, sia da altri istituti lombardi. L'allarme è rientrato intorno alle 19:15, quando tutte le sezioni tornano sotto pieno controllo.

Uilpa: "Sventato un tentativo d'evasione" -

 Le tensioni nel carcere di Como sono avvenute dopo che "è stato sventato un tentativo d'evasione" e "un agente sarebbe stato costretto a riparare in uno sgabuzzino, assediato da alcuni detenuti". Lo ha affermato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, precisando che "rinforzi della polizia penitenziaria stanno accorrendo dal Provveditorato regionale di Milano e da altri istituti lombardi". Allertate anche le altre forze dell'ordine. Al momento, rende noto la Questura, tutti gli agenti di polizia penitenziaria sono in sicurezza.

Osapp: "Tensioni da una settimana" -

 Secondo Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, le tensioni vanno avanti da oltre una settimana. Beneduci ha evidenziato "gravi disattenzioni da parte del Provveditore regionale", di cui "si auspica un necessario avvicendamento". Questa situazione, ha proseguito, "corrisponde a quella di numerosi istituti penitenziari, in cui i detenuti hanno preso in mano l'andamento del carcere. In tal modo non sono garantite né la sicurezza né l'incolumità del personale, né tantomeno l'interesse della collettività esterna al carcere, dove i detenuti, per nulla recuperati, rientrano".

Ti potrebbe interessare