
Ex Ilva, Urso: "Da gennaio 6mila lavoratori in cassa integrazione" | I sindacati: "Dal governo un piano per chiudere, lo contrasteremo"
Palazzo Chigi esprime "rammarico per il fatto che la proposta di proseguire il confronto non sia stata accettata dalle organizzazioni sindacali"

La rimodulazione delle attività da qui a fine dicembre richiederà l'incremento del ricorso alla Cigs da 4.550 a circa 5.700 unità, con integrazione del reddito". Lo ha detto ai sindacati il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il tavolo a Palazzo Chigi, spiegando come dal primo gennaio a causa del fermo degli impianti per i lavori necessari alla de-carbonizzazione ci saranno invece 6mila persone in cassa integrazione. Attualmente, secondo quanto riferiscono i sindacati, l'organico effettivo dello stabilimento Taranto è di 7.938 unità. Di cui 5.371 operai,1.704 quadri, 863 equiparati.
Fiom: "Un piano per chiudere l'ex Ilva, lo contrasteremo" -
"Il governo ha presentato di fatto un piano di chiusura. Ci sono migliaia di lavoratori che finiscono in cassa integrazione, non c'è un sostegno finanziario al rilancio e alla decarbonizzazione. Abbiamo deciso unitariamente come Fim, Fiom e Uilm di andare dai lavoratori e spiegare che contrasteremo la scelta del governo con tutti gli strumenti possibili". Lo ha dichiarato il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, al termine del tavolo durato quasi quattro ore.
Uilm: "Sull'ex Ilva non c'è nulla, condannata a chiudere" -
"Non c'è nulla. Nè c'è un piano industriale. Hanno parlato di piano 'corto': perché il tempo che rimane prima della chiusura è molto breve. Quindi abbiamo deciso di andare dai lavoratori e spiegare che questo piano non si può discutere o emendare. È un piano inaccettabile perché parte da un presupposto: portare alla chiusura dell'ex Ilva. E noi non vogliamo essere responsabili di questo. Finora li abbiamo seguiti: ora condannano i lavoratori a una chiusura inesorabile". Questo è il commento del segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, all'uscita del confronto con il governo.
"Deciso con responsabilità di interrompere il confronto" -
È rottura con il governo? "Noi non abbiamo voluto rompere nulla - ha dichiarato Rocco Palombella all'uscita dal confronto con il governo che i sindacati, nonostante quanto chiesto dal sottosegretario Alfredo Mantovano, hanno voluto proseguire. "Abbiamo deciso consapevolmente e con grande responsabilità di interrompere il confronto e di ascoltare i lavoratori. È stato un confronto duro e per certi versi annunciato. Ci hanno presentato delle proposte inaccettabili perché partono da un presupposto: utilizzare i lavoratori per fare cassa. Aumenta in modo esponenziale il numero di lavoratori in cassa integrazione fino ad arrivare nel giro di pochi mesi a 6mila. E la cosa grave è che non c'è una spiegazione su tutte le gare aperte".
Fim-Cisl: "Situazione drammatica, si fa cassa sui lavoratori" -
"Siamo andati a questo incontro sperando che ci fossero delle proposte concrete rispetto a un piano di rilancio con degli offerenti che ad oggi non sappiamo neanche che tipo di prospettiva hanno in mente come piano industriale e abbiamo avuto la sorpresa da parte del governo di collocare in cassa integrazione fra tre giorni altre 1.200 persone, quando non è cambiato nulla rispetto al mancato accordo di qualche settimana fa". Così Ferdinando Uliano segretario generale Fim-Cisl, dopo l'incontro con il governo sull'ex Ilva: "Con la prospettiva di fermare un'attività, quella delle batterie, delle cokerie: è chiaro che questo è un elemento dal nostro punto di vista che non può essere condiviso perché non ci sono neanche nelle condizioni di trovare un nuovo acquirente. Qua siamo a una messa in discussione del piano di ripartenza che avevamo condiviso con il governo per il quale loro si erano impegnati a finanziarlo. Si è deciso di fare cassa con i lavoratori".
Palazzo Chigi: "I sindacati non proseguono il confronto" -
Il governo, dal suo canto, ha espresso "rammarico per il fatto che la proposta di proseguire il confronto sull'ex Ilva, anche relativamente agli aspetti tecnici emersi nel corso della discussione, non sia stata accettata dalle organizzazioni sindacali". Così in una nota Palazzo Chigi, in cui "l'esecutivo conferma in ogni caso la disponibilità a proseguire l'approfondimento di tutti gli aspetti e anche dei rilievi più controversi, sollevati dalle stesse organizzazioni sindacali alle proposte avanzate dal governo per la gestione operativa dell'azienda in questa fase transizione".
Un nuovo operatore è interessato all'acquisto dell'ex Ilva -
Durante il tavolo tra i sindacati e il governo, è emerso che un nuovo operatore sarebbe interessato alla vendita del polo siderurgico di Taranto e che sarebbe in corso una trattativa privata. I soggetti interessati all'ex Ilva sarebbero dunque quattro.