L'impresa di una 25enne e di una 28enne

Attraversano l'Oceano Pacifico a remi: l'avventura da record di due giovani inglesi

Sono partite dal Perù e sono arrivate in Australia in 165 giorni. Non senza difficoltà

In 165 giorni hanno attraversato l'Oceano Pacifico, il più grande del mondo, a remi senza fare soste e senza supporto esterno. È l'avventura da record di due giovani inglesi di 28 e 25 anni, Jess Rowe e Miriam Payne, raccontata sulle pagine odierne del Messaggero, ma anche sul blog creato ad hoc per l'impresa. Proprio quest'ultimo spiega che si tratta del "primo team femminile ad attraversare l'Oceano Pacifico senza stop e senza supporto". Jess e Miriam sono partite il 5 maggio dal Perù e sono arrivate in Australia il 19 ottobre. Non senza difficoltà. 

Come riporta Il Messaggero, le due giovani si sono incontrate per la prima volta tre anni fa alle Canarie. Una volta deciso di voler intraprendere l'impresa da record, hanno comprato - per 68mila euro - una barca a remi usata. Hanno poi iniziato a prepararsi e a organizzare l'occorrente per il viaggio, tra cui i viveri: "400 chili di scatolette liofilizzate e più confortevoli barrette energetiche al cioccolato". Avevano messo in conto di dover assumere 5mila calorie al giorno, che però non raggiungevano mai. 

Il viaggio -

 Il viaggio è iniziato subito con una difficoltà. Infatti, la partenza vera e propria non è avvenuta il 5 maggio, bensì il 9 aprile, dopo anni di lavoro e preparativi. Tuttavia, pochi giorni dopo, il timone della barca si è rotto e quello di riserva aveva un difetto di fabbricazione. Così le giovani sono tornate indietro (un loro amico che si trovava nell'Oceano per una traversata a vela in solitario è andato a prenderle dopo una settimana e le ha riportate a rimorchio in Perù). Una volta terminata la riparazione, sono ripartite.

Le giovani hanno percorso quasi sempre 50 miglia al giorno. Di giorno remavano insieme, di notte facevano i turni ogni due ore (una remava, l'altra dormiva). 

L'arrivo -

 Un'altra difficoltà l'hanno incontrata poco prima di arrivare a destinazione: "Un vento di 20 nodi e una corrente malefica le aveva spinte lontano dal canale che avrebbero dovuto imboccare per raggiungere il molo", spiega Il Messaggero. Ma poi ce l'hanno fatta. 

"Il corpo si adegua alle nuove circostanze: è più una sfida mentale che fisica", ha commentato Miriam.

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