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Non solo Musk: la ricchezza del mondo sta nelle mani di 3mila super Paperoni

Dal patron di Tesla a Jeff Bezos, i super ricchi accumulano fortune mai viste mentre metà del pianeta vive con meno di sette dollari al giorno. Il rapporto Oxfam svela come la concentrazione di ricchezza abbia raggiunto livelli record

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Non esiste una tessera per farne parte, né un modulo di iscrizione. Per appartenere al club più esclusivo del mondo "basta" possedere un patrimonio da almeno 200 miliardi di dollari. Elon Musk ha superato il trilione di dollari di patrimonio personale - ovvero mille miliardi, un uno seguito da dodici zeri - grazie anche al maxi-bonus garantito da Tesla che da solo vale quanto lo stipendio di due milioni di operai. Una cifra che fino a pochi anni fa sembrava impossibile da immaginare. Ma la storia della ricchezza globale nel 2025 non racconta solo di incredibili fortune accumulate nelle mani di pochi: è soprattutto la fotografia di un pianeta dove le disuguaglianze hanno raggiunto livelli senza precedenti.
 

Secondo la classifica Forbes 2025, nel mondo ci sono oggi 3.028 miliardari, con un aumento di 247 unità rispetto all'anno precedente. Il loro patrimonio complessivo tocca i 16.100 miliardi di dollari, una somma superiore al prodotto interno lordo di qualsiasi paese al mondo, Stati Uniti e Cina esclusi. Per la prima volta nella storia tre persone superano i 200 miliardi di dollari, mentre sono quindici quelle che hanno oltrepassato la soglia dei 100 miliardi.


Il podio della ricchezza globale Sul podio della ricchezza mondiale troviamo volti noti dell'economia tech globale. Al primo posto c'è Elon Musk con 342 miliardi di dollari, seguito da Mark Zuckerberg con 216 miliardi e Jeff Bezos con 215 miliardi. Completano la top ten Larry Ellison di Oracle, Bernard Arnault del gruppo francese Lvmh, Larry Page e Sergey Brin di Google, Warren Buffett, Amancio Ortega di Zara e Steve Ballmer.

Più 100 milioni al giorno  Un dato colpisce: nell'ultimo anno la ricchezza dei dieci uomini più facoltosi del pianeta è cresciuta in media di quasi 100 milioni di dollari al giorno. Ogni giorno, mentre miliardi di persone lottano per sopravvivere, i super ricchi vedono lievitare i loro patrimoni a ritmi vertiginosi. Il patrimonio medio di un miliardario ha raggiunto i 5,3 miliardi di dollari, in aumento di 200 milioni rispetto al 2024.

L'altra faccia della medaglia Ma cosa significa davvero questa concentrazione di ricchezza? Per comprenderlo basta guardare l'altra faccia della medaglia. Secondo il rapporto "Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata", presentato da Oxfam in occasione dell'ultimo World Economic Forum di Davos, nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2mila miliardi di dollari, pari a circa 5,7 miliardi al giorno, un ritmo tre volte superiore rispetto all'anno precedente. Ogni settimana sono nati in media quattro nuovi miliardari.

Nello stesso periodo, il numero assoluto di persone che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è rimasto identico a quello del 1990: poco più di 3,5 miliardi di individui, quasi la metà della popolazione mondiale. Una "simmetria perversa", la definisce Oxfam: l'1% più ricco detiene una quota di ricchezza simile a quella posseduta dal restante 44% dell'umanità.


Merito o eredità? "Ai super ricchi piace dire che per accumulare enormi patrimoni ci vogliono abilità, determinazione e duro lavoro", spiega Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam International. "Ma la verità è che gran parte della ricchezza estrema non è ascrivibile al merito. Molti dei cosiddetti 'self-made men' sono in realtà eredi di grandi fortune, tramandate per generazioni". Non a caso, la rivista "Economist" in un'analisi dello scorso febbraio aveva provocatoriamente titolato: "Dimenticati della tua carriera: se vuoi diventare ricco nel 2025, conta solo l'eredità". Oltre un terzo delle fortune dei miliardari deriva infatti da eredità, e tutti i miliardari del mondo sotto i trent'anni hanno ereditato i propri patrimoni.

Potere economico e monopoli La concentrazione di ricchezza non è solo questione di numeri: è soprattutto una questione di potere. I ricavi combinati delle cinque più grandi aziende al mondo superano il prodotto interno lordo di decine di nazioni e il reddito aggregato dei due miliardi di persone più povere del pianeta. Il potere monopolistico garantisce rendite immeritate e contribuisce alla crescita delle disuguaglianze.

E in Italia? Nel nostro paese i miliardari sono 74, uno in più rispetto al 2023, con un patrimonio complessivo di 339 miliardi di dollari. Al primo posto della classifica italiana si conferma Giovanni Ferrero con 38,2 miliardi di dollari, anche se in calo rispetto ai 43,8 dello scorso anno. A livello globale, Ferrero si piazza al 41esimo posto.

Ma anche in Italia le disuguaglianze sono profonde. A metà del 2024 il 10% più ricco dei nuclei familiari possedeva oltre otto volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie. Il 5% più ricco delle famiglie italiane, titolare del 47,7% della ricchezza nazionale, possedeva quasi il 20% in più della ricchezza complessivamente detenuta dal 90% più povero. La metà più povera delle famiglie italiane deteneva appena il 7,4% della ricchezza nazionale. Nel 2024 la ricchezza dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro, al ritmo di 166 milioni di euro al giorno, raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi di euro detenuto da 71 individui. Nello stesso periodo, oltre 2,2 milioni di famiglie italiane vivevano in condizioni di povertà assoluta, pari a un totale di 5,7 milioni di persone.

Donne miliardarie: solo il 13% Un aspetto interessante emerge dall'analisi della lista Forbes: solo 406 donne figurano tra i miliardari mondiali, appena il 13,4% del totale. E quasi tre quarti di loro hanno ereditato la loro fortuna. La donna più ricca del mondo è Alice Walton, erede di Walmart, con 101 miliardi di dollari, seguita da Françoise Bettencourt Meyers di L'Oréal con 81,6 miliardi.

Le new entry inaspettate Tra le nuove entrate della lista 2025 spiccano alcuni nomi inaspettati: Bruce Springsteen con 1,2 miliardi di dollari, Arnold Schwarzenegger con 1,1 miliardi e il comico Jerry Seinfeld con 1,1 miliardi. La new entry più ricca è Marilyn Simons con 31 miliardi, vedova del finanziere Jim Simons.

Cinque trilionari in arrivo L'anno scorso Oxfam prevedeva la comparsa del primo trilionario entro un decennio, ma al tasso attuale di crescita della ricchezza estrema di trilionari ne potremmo avere cinque nei prossimi anni. Per capire quanto sia astronomica questa cifra, basti pensare che un trilione equivale a mille miliardi: se un miliardario possiede una fortuna già difficile da immaginare, un triliardario ha mille volte tanto. "L'incapacità di contenere la concentrazione di ricchezza tende a consolidare il potere nelle mani di pochi", ha dichiarato Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia.

Nord contro Sud del mondo I paesi ricchi controllano il 69% della ricchezza globale, pur rappresentando solo il 21% della popolazione mondiale. Le relazioni economiche tra il Nord e il Sud del mondo sono dominate da forme di "moderno colonialismo": ogni anno il Nord "estrae" circa mille miliardi di dollari dal Sud attraverso il predominio delle valute e i costi di finanziamento più bassi.

Un sistema che indigna La distribuzione della ricchezza nel mondo solleva interrogativi profondi sul funzionamento del sistema economico globale. Oxfam evidenzia come la crescita della concentrazione della ricchezza non sia in molti casi frutto di merito, ma ascrivibile a un sistema economico "estrattivo" basato su potere monopolistico, evasione fiscale e sfruttamento del lavoro. Le proposte per invertire questa tendenza includono riforme fiscali più eque, con tassazione delle grandi eredità e dei patrimoni estremi, salario minimo legale, investimenti massicci in servizi pubblici e welfare, e una governance globale più democratica ed equilibrata delle istituzioni finanziarie internazionali.

Nel frattempo, mentre il dibattito su come rendere più equa la distribuzione della ricchezza continua, i numeri parlano chiaro: il divario tra chi ha tutto e chi non ha nulla continua ad ampliarsi a ritmi senza precedenti, ponendo interrogativi sempre più urgenti sulla sostenibilità di questo modello economico e sociale.