"Se il governo Berlusconi fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1.200 o qualcosa di simile". L'analisi arriva nientemeno che dal presidente del Consiglio, Mario Monti, in un'intervista rilasciata il mese scorso al Wall Street Journal e pubblicata oggi sul sito internet del quotidiano.
"Gli spread sono ancora alti - ha detto Monti nell'intervista rilasciata al giornale Usa - perché il nostro debito è oggettivamente molto alto e i mercati hanno iniziato a realizzare drammaticamente che il governo dell'eurozona è debole". Secondo la Germania, ha proseguito il premier, "se il mercato si costringe a pagare dei tassi più alti per definizione questo significa che non si è fatto abbastanza per la propria economia". Una visione, secondo Monti "che riflette i timori di un affossamento dell'euro".
"Spero di cambiare la mentalità degli italiani"
Per il premier uno dei passaggi fondamentali per il "salvataggio" dell'Italia, passa anche da un cambiamento di mentalità dei cittadini. "Spero che il mio governo possa aiutare a cambiare la mentalità degli italiani - ha spiegato Monti -, non sostituendola con quella tedesca, ma ci sono degli aspetti, come la solidarietà spinta a livello di collusione, che sono alla base di comportamenti come l'evasione fiscale".
"Le riforme fatte finora dal governo non bastano a rimettere l'Italia in forma, occorre che mettano bene radici nei comportamenti degli italiani in modo da sopravvivere anche a governi vecchio stile" ha quindi aggiunto.
"La concertazione è come il dentifricio: va chiuso"
"Ho sempre ritenuto che la concertazione sia stata una pratica utilizzata in modo troppo esteso in passato" ha detto Monti parlando del frequente ricorso dei governi italiani al negoziato con Confindustria e sindacati. "La concertazione è come il dentifricio: se non lo chiudi, finisce tutto fuori", ha aggiunto.
"Dialogare con i partiti? Anche Obama lo fa"
Per quanto riguarda il dialogo con i partiti, Monti ne ha sottolineato l'utilità: "E' necessario per evitare bocciature in Parlamento". "So che parlare con i partiti, come io faccio, anche se non molto spesso, viene considerato da molti come una 'contaminazione'. Ma credo che abbiamo imparato la nostra lezione. Invitare i vertici dei partiti politici a cene di lavoro è qualcosa che il presidente Obama, per esempio, fa continuamente", ha spiegato il premier.
Palazzo Chigi: "Su Berlusconi nessuna provocazione"
Nessuna volontà polemica, ma solo una proiezione su quello che sarebbe stato l'andamento dello spread. Fonti di palazzo Chigi precisano il senso delle parole di Mario Monti. In realtà, nella dichiarazione del premier Monti sullo spread, non c'era alcun riferimento diretto o polemico nei confronti dell'ex premier Silvio Berlusconi, ma si tratta di una stima fornita da Monti sullo spread a 1.200 derivante da una proiezione sul lungo periodo degli effetti della speculazione sul nostro Paese se non si fossero dati segni di discontinuità. Da aprile a novembre 2011, lo spread passò da 150 punti a 550. Per questo motivo, ricordano le stesse fonti, si ricorse a un esecutivo tecnico.
La telefonata a Berlusconi
Dopo le polemiche Monti ha telefonato a Berlusconi e si è detto "dispiaciuto che una banale e astratta estrapolazione di tendenza di valori dello spread contenuta in un colloquio di ampio respiro con il WSJ sia stata colta come una considerazione di carattere politico, il che non rientrava per nulla nelle intenzioni".