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Disoccupazione, clima e sogni infranti: ecco gli “incubi” della Generazione Z

La notte delle streghe? Non fa paura quanto un colloquio di lavoro. Questo è quanto emerge da un sondaggio online, effettuato in occasione di Halloween, su più di 5mila giovani

Ufficio stampa

Altro che mostri, diavoli e streghe. Le paure della Generazione Z sono molto più piantate nella realtà di tutti i giorni. Probabilmente più delle aspettative. Avvicinandoli, su questo terreno, ai loro genitori. Skuola.net lo ha scoperto intervistando più di 5mila studenti – di medie, superiori o matricole universitarie – in occasione della festa di Halloween, la notte in cui dare libero sfogo ai propri incubi. Quella per il lavoro (che non c’è) è una vera ossessione anche per i più giovani: quasi uno su 2, infatti, mette in vetta alle proprie paure qualcosa che ha a che fare con il futuro lavorativo. Il 19% teme di non riuscire a trovare un’occupazione stabile, il 15% di non ottenere il lavoro dei sogni, l’11% di non arrivare a guadagnare quanto vorrebbe. A cui si aggiunge un 9% che pensa che non potrà costruirsi una famiglia (causa entrate insufficienti).

Il lavoro (che non c'è), il grande incubo della GenZ

Ma nel campionario delle preoccupazioni delle nuove generazioni ci sono anche cose che solo indirettamente li riguardano. Sono i grandi problemi che tengono sulle spine l’Italia e il mondo contemporaneo tutto. Ma su cui i ragazzi si sono dimostrati sensibili in più di un’occasione: circa 1 su 10, ad esempio, non vorrebbe che tra qualche anno ci si debba occupare dei disastri climatici generati dalla scarsa cura dell’ambiente. Più o meno gli stessi (9%) hanno paura dello scoppio di una guerra su scala internazionale. Il 5% teme il perdurare della crisi economica che affligge il nostro Paese. Altrettanti (5%) l’avvicendarsi di governi incapaci di gestire la situazione. Non è invece visto come uno scenario da tenere in considerazione l’insorgere di un governo autoritario (3%).

Dito puntato contro gli adulti: "Non pensano ai giovani"

“Tutto sarà controllato dalla tecnologia. I robot ci ruberanno il lavoro”: questo è lo sfogo di uno degli intervistati sul tema più pungente, quello della disoccupazione. “La mia generazione è troppo poco sicura delle sue possibilità” gli fa eco un altro. E c’è chi rincara la dose: “Anche con una forte specializzazione non si trova lavoro”. Ancora più pessimista chi si preoccupa fortemente di un possibile collasso nel nostro Paese: “Non ci sarà più lavoro e l’Italia diventerà il paese delle indecisioni politiche e la sua economia precipiterà”. Il disagio è evidente, e gli studenti puntano il dito contro “i grandi”: “Siamo nelle mani di nessuno, i politici non pensano a noi giovani!”.

Se il “mostro” dell’instabilità lavorativa turba i sonni delle nuove generazioni, non manca l’allarmismo sull’ambiente, che assume toni quasi apocalittici: “Se non si fa qualcosa il mondo sarà troppo inquinato per viverci”; “Le risorse presto saranno esaurite”; “Il clima è instabile, non tutti stanno facendo qualcosa per cercare di migliorare la situazione”; “Ho paura delle guerre per i disastri che hanno fatto nel passato”. Chi compie i disastri, in questo caso, sono “loro”, gli adulti (ovvero noi), che non sempre fanno una bella figura.

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