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Confcommercio: "Consumi in picchiata"

Stime in netto ribasso: si va verso un calo pro capite record nel 2012

Ap/Lapresse

Nel 2012 la flessione dei consumi pro capite potrebbe "'raggiungere il 3,2-3,3% in termini reali, un'evidenza statistica che non avrebbe precedenti nella storia economica del nostro Paese"'. E' quanto rileva l'Ufficio studi di Confcommercio, commentando i dati negativi dell'Istat sulle vendite al dettaglio. Alla luce di queste stime, l'associazione chiede al governo di "non aumentare le aliquote Iva".

"Il netto ridimensionamento delle vendite al dettaglio registrato ad aprile rappresenta un fatto eccezionale che conferma come la riduzione del reddito disponibile, compresso dall'incremento della pressione fiscale, determini una forte contrazione dei consumi delle famiglie", si legge in un anota dell'Ufficio Studi di Confcommercio.

"Pur considerando - precisa il testo - la differenza di giorni lavorativi in aprile, 19 nel 2012 a fronte dei 20 del 2011, le dinamiche registrate nei primi mesi dell'anno rendono sempre più verosimile la previsione di una diminuzione particolarmente profonda dei consumi nell'intero 2012. In termini pro capite, la flessione potrebbe così raggiungere il 3,2-3,3% in termini reali, un'evidenza statistica che non avrebbe precedenti nella storia economica del nostro Paese".

"Questa debolezza della domanda suggerisce quanto sia opportuna una revisione, seppure modesta, di alcuni obiettivi di bilancio, in accordo con i partner dell'eurozona - conclude Confcommercio - . Allo stesso tempo, appare urgente la fissazione di modi, tempi ed entità del processo di restituzione fiscale, alimentato sia dai proventi della lotta all'evasione, sia dai risparmi derivanti dalla spending review. Così come è necessario cancellare la manovra sulle aliquote Iva dal novero dei provvedimenti possibili".

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