Esplosione in Afghanistan, muore carabiniere I militari: "Conclusi i rilievi: è stato un razzo"
La vittima si chiama Manuele Braj. Il ritrovamento di pezzi di un razzo 107 mm, di quelli usati di solito dagli insorti, confermerebbe la versione dell'attentato. A convalidare l'ipotesi i talebani, che hanno rivendicato l'attacco. Lo scoppio ha causato anche il ferimento di altri due militari
Un carabiniere è morto e altri due militari sono rimasti feriti in un campo d'addestramento della polizia, ad Adraskan, in Afghanistan. L'esplosione è avvenuta vicino a una garitta di osservazione a ridosso della linea di tiro del poligono. La vittima si chiama Manuele Braj, di 30 anni. L'Esercito ha confermato che si è trattato di un lancio di un razzo degli insorti: "Conclusi i rilievi e non c'è alcun dubbio", ha detto il tenente colonnello Longeri.
Inizialmente le autorità locali pensavano fosse stato un incidente dovuto a "una erronea manipolazione di un ordigno che ha riguardato unicamente gli addestratori italiani". L'esplosione ha coinvolto quattro militari dell'Arma appartenenti al PSTT (Police Speciality Training Team) uno speciale nucleo addestrativo della polizia afghana. Un quarto militare, coinvolto nello scoppio, è rimasto illeso. I familiari dei nostri connazionali sono stati informati.
Rinvenuti frammenti di razzo 107 mm
La zona dell'esplosione è stata isolata per permettere i rilievi di rito e la ricostruzione della dinamica. Durante il sopralluogo, diversi pezzi e frammenti di un razzo da 107 millimetri sono stati rinvenuti dagli artificieri italiani ed americani. Ciò confermerebbe la versione dell'attacco da parte di insorti. Razzi di questo tipo, infatti, sono frequentemente usati in attacchi a basi e postazioni dalla coalizione internazionale e dalle forze di sicurezza afghane. Solo tre giorni fa, un attacco con un razzo da 107 millimetri era stato compiuto nei confronti della base italiana di Shindand, senza provocare alcun danno, mentre il 19 giugno un altro razzo dello stesso tipo aveva sorvolato la stessa base di Adraskan, anche in quel caso senza conseguenze.
Non gravi gli altri due feriti
Braj, di Galatina, nel Leccese, era di stanza al 13esimo reggimento Friuli-Venezia Giulia, è morto sul colpo. Gli altri due militari, il maresciallo capo Dario Cristinelli, 37 anni, di Lovere, Bergamo, e il carabiniere scelto Emilano Asta, 29, di Alcamo, Trapani, effettivi alla seconda Brigata mobile di Livorno e al 7o Reggimento Trentino Alto Adige, rimasti feriti alle gambe, sono stati trasportati in elicottero all'ospedale militare Usa di Shindand, dove sono ricoverati non in pericolo di vita.
Manuele Braj lascia la moglie, di 28 anni, e il figlio di 8 mesi.
Il cordoglio di Napolitano
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime, si legge in una nota, "i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese e augurandosi che i militari feriti nell'attacco possano superare questo critico momento".
Ministro Terzi: "Perso un giovane valoroso"
"E' una notizia tristissima: abbiamo perso un giovane valoroso italiano impegnato a costruire un futuro più sicuro per i nostri figli e un Afghanistan in cui gli afghani possono decidere il loro futuro". Lo dichiara il ministro degli Esteri Giulio Terzi.
I talebani hanno rivendicato l'attacco
I talebani afghani hanno rivendicato oggi l'operazione in cui un carabiniere è morto e due sono rimasti feriti nel Centro di addestramento di Adraskan nella provincia di Herat. In una comunicazione con l'agenzia Afghan Islamic Press (AIP) il portavoce degli insorti, Qari Muhammad Ahmadi, ha confermato che "si tratta di una operazione condotta dai nostri mujaheddin". Loro, ha concluso senza specificare, "hanno realizzato l'attacco con un concetto tecnologico, causando vittime".
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