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Cuneo, cadavere della santona in casa per 17 anni: assolti il marito e il figlio

Il cadavere di Graziella Giraudo, conservato e con la mano in segno di benedizione, era stato trovato dai carabinieri nel 2013

Ansa

Dopo averlo imbalsamato, per 17 anni si sono tenuti in casa a Borgo San Dalmazzo, nel Cuneese, il corpo di Graziella Giraudo, donna venerata come santona. Condannati in primo grado per occultamento di cadavere, ora il marito e il figlio della donna, Aldo e Alfio Pepino, sono stati assolti in Appello "per non aver commesso il fatto". Assolta anche Elda Allinio, sorella del genero della 'santona', accusata di favoreggiamento.

"Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma per ora siamo molto soddisfatti", ha commentato l'avvocato Michele Forneris, aggiungendo che "è stata riconosciuta la natura istantanea del reato, cioè tutto quello che è successo dopo la morte della donna è stato giudicato non rilevante".

Il cadavere di Graziella Giraudo era stato trovato dai carabinieri nel 2013, dopo che nessuno aveva visto la donna alla veglia funebre della sua coinquilina. Della 'santona', a cui si rivolgevano fedeli da tutta Italia, non si avevano notizie dalla fine degli anni '90 e in molti credevano che fosse partita per un viaggio.

I militari hanno ritrovato il suo corpo, conservato e con la mano in segno di benedizione, in una stanza chiusa a chiave. Gli inquirenti avevano trovato un diario, tenuto dai 'fedeli', in cui si ipotizzava la resurrezione della donna. 

In primo grado, nel 2015, Aldo e Alfio Pepino erano stati condannati a un anno di reclusione ed Elda Allinio a 4 mesi. Gli altri familiari imputati, Valierio Allinio e Dianora Pepino, rispettivamente genero e nuora della donna, residenti nell'appartamento vicino all'alloggio in cui era stato rinvenuto il cadavere, avevano patteggiato la pena a un anno.

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