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Obodo: "Volevano uccidermi, scappato da solo"

Il calciatore racconta il suo rapimento in Nigeria: "Ho approfittato di un momento di distrazione"

Ap/Lapresse

"Quando ho sentito che l'unica persona che mi controllava doveva ammazzarmi allora a questa ho dato una spinta e sono scappato". E' il racconto della liberazione di Christian Obodo fatto dal giocatore in un albergo dove si trova con i familiari. "Sono fuggito e da una foresta sono arrivato in un piccolo villaggio - continua Obodo che tornerà in Italia tra 10 giorni -, la gente mi ha riconosciuto e ha chiamato la polizia. Sono sotto shock".

"Appena arrivato in chiesa sei ragazzi, molto giovani, si sono avvicinati e mi hanno ordinato di seguirli", ha rievocato Obodo. Portato in una foresta, il calciatore ha detto di esser stato "trattato bene" e di aver persino pregato insieme ai suoi rapitori. La svolta è arrivata nella giornata di domenica: "Cinque di loro sono andati a prendere il riscatto, ma tre sono stati arrestati", ha raccontato Obodo. Altre fonti hanno riferito che era stato preparato un riscatto di poche migliaia di euro, forse per attirare in trappola il commando.

Rintracciato tramite il cellulare
"Io e l'altro rapitore siamo arrivati a un villaggio, c'era gente, e a un certo punto mi sono messo a correre e ho raggiunto un gruppo di persone", ha spiegato il calciatore nigeriano. Li è finito tutto, anche perché la polizia era già molto vicina a noi, ci avevano rintracciato seguendo il segnale del mio cellulare".

Il centrocampista ha spiegato che non dimenticherà mai questa "pessima esperienza": "Mi ha insegnato a vedere le cose in maniera diversa". A Warri tornerà perché gli piace stare con i suoi amici, "giocare a calcio con loro davanti casa": "Non cambierò le mie abitudini", ha promesso.

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