Da Parma a Parigi

L'italienne che balla al Crazy Horse

Deborah Lettieri, da Parma al cabaret più sexy di Parigi: "Se mi imbarazza danzare sui tacchi a spillo e a seno nudo? No", dice al Tgcom. E aggiunge: "In Italia lavori solo sei conosci qualcuno"

© Dal suo blog ufficiale

Con un sorriso frizzante e una voce mielata Deborah Lettieri dice candida: “No, non provo nessun imbarazzo a ballare con i seni scoperti, sui tacchi a spillo e vestita solo da un perizoma. Dovrei?”. Deborah, 28 anni, di Parma, è la seconda italiana a essere stata ammessa, è successo lo scorso aprile, nello scandaloso corpo di ballo del Crazy Horse di Parigi. 

Prima di lei, negli Anni 70, Rosa Fumetto aveva militato tra le fila delle ballerine del cabaret più scosciato del mondo, anzi era diventata la loro prima ballerina. Dopo, più nessuna.

E secondo lei perché soltanto due italiane sono riuscite a farsi scritturare?
“Non lo so, ma non credo che il motivo sia la timidezza. So che sono in programma delle selezioni anche nel nostro Paese. Mi viene in mente la selezione delle misure, che è piuttosto feroce”.

E le sue quali sono?
“Sono alta un metro e 73 centimetri e peso 53 chili, anche se dovrei pesarne 56. Mi sto impegnando per ingrassare un poco, me l’hanno chiesto qui. Al Crazy Horse bisogna essere in carne”.

Lunghezza di gamba?
“Lo so dalle misure dei costumi: 90 centimetri”.

Come le è venuta l’idea di bussare alla porta del cabaret più sexy di Francia?
“A dire il vero l’idea è venuta ai miei insegnanti di danza. Sono andati a vedere lo spettacolo di Capodanno, e, tornati a casa, mi hanno detto: ‘Provaci, è il tuo mondo, sei nata per ballare lì”.

Strano invito da sentirsi rivolgere.
“Sono una persona solare e, mi dicono, carina. Ho pensato: ‘Ci provo’”.

E si è presentata a Parigi…
“Sì, sono volata in Francia e ho fatto il provino. Era l’autunno del 2010. L’ho superato al primo tentativo, ma il corpo, che conta, tra il locale di Parigi, quello di Las Vegas e i due gruppi che vanno in tournée, circa sessanta ballerine, era al completo. In realtà mi hanno proposto di andare a Las Vegas, ma non me la sono sentita”.

Come mai?
“Non volevo lasciare i miei nonni, cui sono molto legata. La nonna mi ha cresciuta (la mamma di Deborah è morta a causa di un incidente stradale, quando lei aveva 15 mesi) e da alcuni anni ha la salute minata. Volevo rimanerle vicina. Un conto è vivere a due ore al massimo di volo da casa, un altro è dover fare una traversata per tornare dalla mia famiglia”.

Suo padre sapeva che aveva intenzione di fare l’audizione?
“Sono scaramantica: non dico mai niente, quando è il momento di fare audizioni, casting, perfino con gli esami universitari. Quindi papà non sapeva niente”.

E quando le ha detto che avrebbe ballato seminuda?
“Mio padre è una persona molto serena. All'annuncio del nuovo possibile lavoro la sua preoccupazione iniziale è stata, come sempre, che si trattasse di un lavoro con il quale io potessi vivere. Poi mi ha detto di stare attenta e mi ha fatto promettere che non avrei dimenticato quei tre esami universitari per arrivare alla laurea in scienze delle attività motorie”.

E’ stato così anche per i suoi nonni?
“Sono sempre stati i miei fan numero uno. E’ da quella parte della famiglia che viene la passione per la danza. Sono stati felicissimi”.

E’ difficile ballare al Crazy Horse?
“Sì, e non certo perché danziamo con poco addosso. Il pubblico ci vede sorridenti e sensuali per un’ora e mezza. Non sa che la coreografia e le movenze sono il frutto di ore e ore di allenamento. Ogni particolare, anche piccolo, è studiato in modo maniacale. E quando balliamo, abbiamo la testa che gira a mille per tenere sotto controllo ogni movimento. Poi, facciamo due spettacoli a sera, tre il sabato. Non è mica poco. Per questo ho perso peso, da quando sono a Parigi”.

Malgrado i tempi, nell’immaginario collettivo le ballerine del Crazy Horse rimangono delle spogliarelliste…
“Niente di più falso. Balliamo, non ci togliamo i vestiti davanti al pubblico. Nel corpo di ballo ci sono anche ragazze sposate, alcune hanno dei bambini. E’ un mondo molto meno malizioso di quello che la pruderie italiana pensa”.

Ma non temete che qualcuno possa fraintendere ciò che fate?
“Siamo molto protette. I camerini sono inaccessibili al pubblico e ai tecnici. Un’auto viene a prenderci e ci riporta a casa. La produzione è tutta al femminile”.

Quali sono i suoi prossimi impegni con la compagnia?
“Sto preparando un ‘solo’ (un’esibizione da solista) per la tounée internazionale, che partirà a giugno. Balleremo in Canada, Spagna, Germania, Svizzera e Russia. Poi a luglio, una volta rientrate, dovrei entrare nel ”.

Ma dica la verità, un minimo di imbarazzo non l’ha proprio mai provato?
“All’audizione, perché era la prima volta che facevo una cosa del genere. E un poco la prima sera, ma ero più emozionata per il debutto”.

Non ha provato a cercare lavoro in Italia, magari in tv?
“Certo che sì. Ho fatto dei provini anche. Ma in Italia la cosa che conta di più sono le raccomandazioni. Puoi essere brava, carina, intelligente. Ma alla fine conta solo chi conosci nella stanza dei bottoni. E io non conoscevo nessuno”.

A casa ha lasciato un fidanzato?
“Il trasloco a Parigi è stata una vera rivoluzione. Sì, convivevo da cinque anni, ma sono partita lo stesso e senza esitare. E questo ha naturalmente provocato delle conseguenze. Ora sono single, ma i moti del cuore non si fermano mai, no?”.

Patrizia De Tomasi

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