IL RAPPORTO EURYDICE

Educazione digitale, Italia indietro (come gran parte d’Europa)

Sono ancora pochi i Paesi del 'vecchio continente' che hanno introdotto delle ore di scuola dedicate alle competenze digitali. Solo in 11 Stati è materia obbligatoria sin dalle elementari. Nessuna garanzia anche sull’effettiva preparazione degli insegnanti. I dati del rapporto Eurydice “Digital Education at School in Europe” 2019.

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S’intensifica l’impegno profuso dall’Europa nell’educazione digitale dei propri studenti. Ma la situazione è ancora troppo frammentata per poter ritenere il ‘vecchio continente’ al passo con altri sistemi, in particolare quelli del Nord America e dell’estremo Oriente. Eccola la lezione che si ricava dal rapporto “Digital Education at School in Europe” 2019, elaborato dalla rete Eurydice, che ha monitorato quanto e come è stato presente l’insegnamento delle cosiddette digital skills nei vari livelli d’istruzione obbligatoria, in 38 Paesi (tutti i 28 membri dell’Unione Europea, più gli altri 10 stati europei in cui è attivo il programma Erasmus+), nell’anno scolastico 2018/2019. A riportarne i dati salienti è il sito Skuola.net.

Cosa s'intende per 'competenze digitali'?

Viviamo in una sorta di paradosso: questa, in estrema sintesi, la morale dei dati. Perché gli studenti di oggi sono nativi digitali ma, molto spesso, non possiedono tutti gli strumenti per leggere questo mondo; le famose 21 competenze digitali codificate dall'European Digital Competence Framework for Citizens (DigComp), distribuite in cinque macro-aree: alfabetizzazione dell'informazione e dei dati, comunicazione e collaborazione, creazione di contenuti digitali, sicurezza, risoluzione dei problemi. Per farle apprendere in maniera completa servirebbe una loro presenza costante nei programmi scolastici. Purtroppo non è così.

In alcuni Paesi è materia obbligatoria già alle elementari

È infatti vero che lo sviluppo delle competenze digitali è inserito nei curricula degli studenti, a tutti i livelli d’istruzione obbligatoria (primaria, secondaria inferiore, scuole superiori), nella stragrande maggioranza dei Paesi. Ma, a differenza di altre materie scolastiche tradizionali, non sempre l’educazione digitale viene concepita come materia a sé stante bensì come competenza trasversale. Ad esempio, nella scuola primaria (le nostre elementari) oltre la metà dei sistemi di istruzione europei la introduce come tema interdisciplinare. Solo in 11 Paesi (tra cui Grecia, Portogallo, Polonia, Regno Unito) è considerata materia obbligatoria separata. In altri dieci Paesi (Italia compresa) è integrata in altre materie obbligatorie. 

I Paesi che arrancano di più

Mentre in otto sistemi educativi (comunità francofone e tedesche di Belgio, Croazia, Lettonia, Lussemburgo, Albania, Bosnia e Erzegovina e Turchia) la competenza digitale non è neanche esplicitamente citata nel curriculum nazionale; solo nell’istruzione secondaria le cose migliorano (rimane fuori solamente nelle comunità francofona e tedesca del Belgio che però, assieme a Croazia e Lettonia, stanno rivedendo i curriculum degli studenti). 

Dalle scuole medie la situazione migliora

Restando nell’ambito dell'istruzione secondaria inferiore (da noi le scuole medie), il numero di Paesi che insegnano le competenze digitali come materia separata obbligatoria aumenta a oltre la metà dei sistemi di istruzione. Nelle scuole superiori, invece, torna a scendere. Ma va ricordato che in molti Paesi i ragazzi possono scegliere degli insegnamenti opzionali, tra cui alcune materie riguardanti proprio le competenze digitali.

Dove si fanno più ore di Educazione digitale

La presenza della materia nel quadro degli studi non è però sinonimo di qualità. Molto dipende dalla quantità. Su questo Islanda, Grecia e Nord Macedonia sono un passo avanti agli altri per quel che riguarda il numero di ore obbligatorie raccomandate per l’apprendimento delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nell'istruzione primaria (circa 150 ore). Lituania e Cipro, invece, sono gli Stati in cui si registra il maggior numero di ore durante l'istruzione secondaria inferiore. Mentre nelle scuole superiori è la Romania a primeggiare. C’è comunque da dire che proprio in questi mesi circa la metà dei sistemi educativi europei sta procedendo a una riforma dei piani di studio, per garantire un ruolo sempre più importante all’educazione digitale.

Le digital skills? Presenti in quasi tutti i piani di studio

Inoltre, la maggior parte dei sistemi educativi europei, ha già esplicitamente incluso l'apprendimento per tutte e cinque le aree di competenza digitale individuate da DigComp. La più presente risulta quella dell’alfabetizzazione, seguita (nell’ordine) dalla creazione di contenuti digitali, dalla comunicazione e collaborazione, dalla sicurezza e dal problem solving.

Ma i docenti sono pronti al cambiamento?

Altro tassello fondamentale nel processo d’apprendimento è indubbiamente la preparazione del corpo docente. In circa due terzi dei sistemi educativi europei, le competenze digitali dei docenti sono ritenute essenziali per accedere all’insegnamento. Il problema è che la definizione di cosa costituisce competenza digitale per un insegnante varia; in alcuni casi è molto vaga, in altri è più dettagliata. Ma ci sono Paesi che si stanno impegnando per garantire una classe insegnanti realmente competente. Estonia, Spagna, Croazia, Lituania, Austria, Norvegia e Serbia hanno persino sviluppato quadri di competenze digitali distinti per gli insegnanti, compresa quella relativa all'uso pedagogico delle nuove tecnologie; con tanto di valutazioni periodiche. Meno di un quarto dei sistemi educativi, però, pur riconoscendo l’importanza di avere docenti digitalmente competenti, ritiene di doverli valutare costantemente.