Il comune di Monasterace, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria con 3.500 abitanti, è nel caos. Dopo ripetuti atti intimidatori il sindaco, Maria Carmela Lanzetta, 57 anni, ha deciso di dimettersi vista l'ingovernabilità del paese. L'ultima minaccia in ordine di tempo è stata l'esplosione di alcuni colpi d'arma da fuoco contro l'auto della donna che si trovava parcheggiata sotto casa.
Quest'ultimo attentato ha fatto seguito a quello che si era verificato nove mesi prima, quando al sindaco di Monasterace venne incendiata la farmacia gestita in pieno centro cittadino. "Mi hanno distrutto l’anima, non posso continuare a combattere a mani nude" ha dichiarato il primo cittadino al quotidiano La Stampa.
La Lanzetta, tesserata del Pd, per il secondo mandato consecutivo guidava una compagine amministrativa di centro sinistra e, subito dopo l'episodio criminoso, ha denunciato la presenza di una precisa strategia della criminalità organizzata locale che sarebbe finalizzata ad interferire sulla regolare attività amministrativa comunale. Ecco spiegato il motivo delle dimissioni. "Lascio - confessa - perché solo così posso difendere la gente perbene".
"Mollo - chiarisce Lanzetta - perché non sono nelle condizioni di svolgere la mia funzione di primo cittadino. Non solo e non tanto per le minacce e le intimidazioni, ma perché non ho gli strumenti per realizzare ciò che avevo in mente". A farle cambiare idea non è bastata la fiaccolata in suo sostegno organizzata in piazza dai suoi concittadini. E' la mentalità da mutare, in un paese dove la richiesta del Comune di pagare l'acqua viene vista come un sopruso.
Tantissimi gli attestati di solidarietà provenienti da tutte le parti politiche, in primis la telefonata di solidarietà di Pier Luigi Bersani. "Ringrazio tutti per la solidarietà - ha risposto l'ex sindaco - ma rimango ferma nella mia decisione". Intanto sull'episodio criminoso indagano i Carabinieri, che dovranno stabilire se dietro i fori sulla carrozzeria dell'autovettura ci sia o meno la mano dell'ndrangheta.