E' STATA UCCISA

Corpo trovato nel Po, svolta nelle indaginidopo l'autopsia: è stato un omicidio

Sembrava un suicidio, ma il pm non era convinto e dopo gli accertamenti è emersa la verità

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E' stata uccisa la donna trovata morta nel Po il 26 febbraio a San Mauro. Inizialmente sembrava un suicidio, ma le ferite sul cadavere hanno insospettito il sostituto procuratore Sandro Destito, che ha chiesto ulteriori accertamenti attraverso l'autopsia. Secondo quanto riporta Repubblica, dall'esame autoptico è emerso che la vittima è stata aggredita con quindici coltellate e che ha cercato di difendersi disperatamente. 

 Sulle mani della donna sono stati trovati tagli riconducibili a una difesa disperata. L'estremo tentativo di fermare la lama che la stava martoriando. La vittima è stata ferita 15 volte con un coltello. Due colpi l'hanno raggiunta con violenza alla schiena, uccidendola. Un delitto che per tutti, fino all'autopsia, sembrava essere soltanto un suicidio.

Ad avvistare il corpo nel fiume era stato un passante, che ha subito avvertito le forze dell'ordine. Una volta recuperato il cadavere, i carabinieri hanno chiesto l'intervento del medico legale, che ha subito sentenziato: "Date le condizioni di avanzata decomposizione il corpo è probabilmente rimasto in acqua per più di venti giorni. Le ferite rilevate sono addebitabili alla permanenza nel fiume e alla forza della corrente". Lapidario anche il referto sulle cause del decesso: "Morte per annegamento". 
Caso archiviato, dunque. Se non fosse che le ferite sul corpo non hanno convinto il  sostituto procuratore Sandro Destito cui è stato affidato il caso. Il  giovane magistrato ha infatti  voluto esser certo che ad uccidere la donna fosse stato davvero il fiume e il 2 marzo ha ordinato al medico legale Roberto Testi di effettuare una dettagliata autopsia.
L'anatomopatologo ha scoperto che sulla schiena della ragazza c'erano due tagli profondi, ferite letali causate da una lama di coltello e non dalla corrente del Po. Altre ferite sono state rinvenute sul resto del corpo, sul capo e soprattutto sulle mani, prova di un evidente e disperato tentativo di difesa. Inequivocabile la conclusione del rapporto: "La vittima è stata uccisa".
Per far luce sulla vicenda e identificare la sconosciuta, il pm Destito ha chiesto l'intervento degli esperti della Sis, la Sezione Indagini Scientifiche del comando provinciale dei carabinieri. Nonostante lo stato di avanzata decomposizione, con un complicato procedimento, i tecnici sono riusciti a rilevare le impronte digitali della donna. La giovane però non risulta essere mai stata schedata. 
Secondo gli investigatori potrebbe trattarsi di una straniera appena arrivata in Italia e uccisa nell'ambito del racket della prostituzione. Il delitto del Po però potrebbe anche nascondere un'altra realtà. Il caso è stato affidato ai carabinieri del Nucleo Investigativo che hanno iniziato a spulciare l'elenco delle denunce di persone scomparse.