Un video pubblicato mesi fa da Joshua Mhlakela, predicatore sudafricano, è bastato a scatenare milioni di visualizzazioni e discussioni online. Nella clip, Mhlakela sostiene di aver ricevuto una visione divina: Gesù, seduto su un trono, gli avrebbe annunciato il ritorno per “prendere la sua Chiesa” il 23 e 24 settembre 2025. Una predizione che si è trasformata in fenomeno virale, soprattutto su TikTok, dove l’hashtag #Rapture raccoglie migliaia di video, tra chi prende sul serio l’annuncio e chi lo ridicolizza come l’ennesima “fine del mondo” destinata a non realizzarsi.
Cos’è il "Rapimento" -
Il “Rapimento” (o Rapture) è una dottrina di alcune correnti evangeliche secondo cui i veri credenti verrebbero portati in cielo da Gesù prima dell’inizio di un periodo di tribolazioni e della fine del mondo. Nonostante il termine non compaia nella Bibbia, i sostenitori citano passi della Bibbia come i Tessalonicesi, i Corinzi e il Vangelo di Matteo. Questa visione, nata in Gran Bretagna a metà dell’Ottocento, si è diffusa attraverso conferenze religiose, media evangelici e opere di narrativa come la serie “Left Behind” o film a tema apocalittico.
Profezie che tornano ciclicamente -
Mhlakela non è il primo a fissare una data per il Rapimento. Nel 2011 il californiano Harold Camping annunciò che sarebbe avvenuto il 21 maggio, investendo ingenti somme in campagne pubblicitarie: la previsione si rivelò errata e lo costrinse a ritirarsi. Ancora prima, nel XIX secolo, William Miller aveva previsto il ritorno di Cristo tra il 1843 e il 1844. Il fallimento delle sue date portò alla cosiddetta “Grande Delusione” del 22 ottobre 1844, da cui nacquero nuovi movimenti religiosi come la Chiesa Avventista del Settimo Giorno.
Il contesto attuale e le crisi globali -
Secondo diversi studiosi, le narrazioni apocalittiche trovano terreno fertile nei momenti di forte instabilità mondiale. Guerre, conflitti e crisi internazionali alimentano l’idea che la fine sia vicina, favorendo la diffusione di profezie come quella di Mhlakela. Non a caso, la sua predizione è emersa mentre l’attenzione globale è rivolta alle tensioni in Medioriente e in Ucraina.
#RaptureDay, Apocalisse e la spinta dei social media -
Il vero megafono della profezia è stato TikTok. Sulla piattaforma i video sul “Rapture Day” hanno generato milioni di visualizzazioni, con un dibattito che oscilla tra fede, satira e curiosità. Non manca chi ha fatto notare la coincidenza con l’inizio delle festività ebraiche di Rosh Hashanah, caduto il 22 settembre.
Quando le profezie non si avverano -
La storia dimostra che previsioni di questo tipo si rivelano quasi sempre fallimentari. Eppure, ogni nuova datazione attira attenzione e discussione. Gli studiosi ricordano che i predicatori, di fronte al mancato compimento, tendono a giustificarsi parlando di “guerra spirituale” o di una mancata collaborazione da parte dell’umanità. Nonostante ciò, il Rapimento continua a esercitare fascino e ad alimentare immaginari collettivi, soprattutto in tempi segnati da paure e incertezze.
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