Imu alla Chiesa, la maggior parte delle scuole cattoliche sarà esente
Basta che gli istituti siano paritari, aperti a tutti e senza guadagni
Con il governo Monti anche gli edifici ecclesiastici non destinati esclusivamente al culto dovranno pagare l'Imu, la nuova Ici. La maggior parte delle scuole cattoliche, però, sarà esente. Basta, infatti, che gli istituti siano paritari, aperti a tutti e chiudano il bilancio annuo senza guadagni. Tre condizioni per l'esenzione, riportate dal Corriere della Sera, riprese da una circolare del ministero delle Finanze del 2009.
L'esenzione dall'Imu sarà garantita agli enti "no profit" - e dunque anche a parrocchie e istituti religiosi - che non ricavano utili dalle loro attività. Già questo consente che la stragrande maggioranza delle scuole ottengano l'esenzione. Per non pagare la tassa, è necessario però che le scuole rispettino altre due condizioni: essere "paritarie" e non avere limiti di accesso.
Senza fini di lucro
"Ai fini dell'applicazione dell'esenzione è necessario che l'attività non chiuda con un risultato superiore al pareggio economico. O che eventuali avanzi di gestione siano reinvestiti totalmente nell'attività didattica". Così si legge nel documento del 2009 (la circolare 26 gennaio numero 2, ministero delle Finanze, direzione federalismo fiscale), che dovrebbe essere la base per una futura norma più dettagliata.
Scuole "paritarie"
In Italia le scuole cattoliche "paritarie" sono circa nove mila. Si tratta di istituti privati, che si impegnano a rispettare le regole del settore pubblico, cioè devono accettare studenti disabili, rendere pubblici i loro bilanci e applicare agli insegnanti il contratto collettivo di lavoro.
Aperte a tutti
Per quanto riguarda i lmiti di accesso, la circolare del 2009 sottolinea che l'istituto non deve discriminare in fase di accettazione degli alunni. Questo non significa che le scuole a numero chiuso dovranno pagare l'Imu, perché per l'esenzione sono ammessi criteri di selezione nel caso in cui le domande di iscrizione siano superiori al numero di posti disponibili. Ad esempio, se un'istituto a numero chiuso usa come metodo di selezione la media più alta sarà comunque esente. Non così se per l'ingresso richiede una media minima.
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