La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi e altre 11 persone per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi. Rischiano il processo tra gli altri anche il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, e il produttore Frank Agrama. L'indagine romana è derivata da uno stralcio di quella milanese, conclusasi con il proscioglimento di Silvio Berlusconi.
L'indagine romana è derivata da uno stralcio di quella analoga svolta a Milano e conclusasi tempo fa con il proscioglimento di Silvio Berlusconi. Al centro della vicenda una probabile frode di una decina di milioni di euro. A determinare l'affidamento a Roma dell'inchiesta è stata determinata dal fatto che i presunti illeciti avvennero quando la sede sociale di Rti, coinvolta nella vicenda era a Roma.
I fatti si riferiscono alla compravendita dei diritti tv poi contabilizzati nel 2004 e che nell'aprile prossimo potrebbero essere coperti da prescrizione mentre nell'aprile del 2013 subiranno la prescrizione le dichiarazioni dei redditi del gruppo Fininvest relativi al 2005.
Chiesto il rinvio anche per altre dieci persone
Insieme con il rinvio a giudizio dei Berlusconi, la Procura di Roma ha chiesto il giudizio anche per il produttore americano Frank Agrama, del consigliere di amministrazione di Mediaset Pasquale Cannatelli, dell'ex amministratore delegato di Rti Andrea Goretti, dei manager dell'epoca sempre di Rti Gabriella Ballabio, Daniele Lorenzano, Giorgio Dal Negro, Roberto Pace e Guido Barbieri nonchè di due cittadini cinesi Paddy Chan e Catherine Hsu Chun. Al centro della vicenda l'ipotesi che i prezzi dei diritti acquisiti presso importanti societa' di produzione statunitensi siano stati gonfiati attraverso operazioni di sovrafatturazione. Cio' avrebbe consentito a Rti e Mediatrade di detrarre dalle dichiarazioni cifre di entita' superiore a quelle effettivamente sborsate.