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Napolitano: "Ridurre il debito pubblico Eredità spaventosa per i giovani"

"Non si lasci un tale peso alle nuove generazioni", è l'appello del presidente che ricorda come uscire dalla crisi sia possibile "facendo sacrifici"

Tgcom24

"Uscire dal tunnel della crisi è possibile facendo sacrifici". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, salutando i pubblici amministratori di Bologna. "Nessuno può sottrarsi - ha aggiunto - e occorre coesione sociale che non può significare immobilismo". "Non si lasci ai giovani il peso di un debito spaventoso. E' un nostro dovere morale, anche nei confronti dell'Europa", ha concluso il Capo dello Stato.

"Quello di abbattere il debito pubblico - ha detto Napolitano - è un obiettivo che riassume tutti gli altri, lo vado ripetendo da tempo e approfitto di qualsiasi governo voglia impegnarsi in questo senso. Noi non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni più giovani questa spaventosa eredità, dobbiamo allentare questo vincolo, perché viaggiamo oltre i 70 miliardi di euro ogni anno come interesse sui titoli, pensate quanta parte potrebbe essere usata per investimenti ed è invece sequestrata da questo obbligo che non possiamo trasferire sul futuro vicino e lontano".

Il debito pubblico, secondo il Capo dello Stato, "è uno dei fattori di esposizione dell'intero contesto europeo ai rischi di deflagrazione. Nel corso di questi mesi chi avrebbe mai immaginato che il termine spread potesse diventare di uso comune: questi alti e bassi già ci mettono sulle spalle una ancora maggiore entità di spesa per onerare i titoli del debito pubblico. Necessità a cui si legano misure restrittive che per quanti sforzi si facciano hanno un impatto sulla crescita".

"Da crisi esca Italia più sobria"
Napolitano ha ripetuto che non si può escludere che dalla crisi economica esca un'Italia "materialmente impoverita", ma l'importante "è che esca più sobria e più giusta. Dobbiamo evidenziare al massimo gli aspetti qualitativi della condizione umana anche misurando in modo diverso il benessere".

Nel campo delle riforme istituzionali, poi, si sono "accumulati molti ritardi e non sarà facile superare il bicameralismo nonostante gli appelli". Inoltre, ha aggiunto, non bisogna lasciare a metà la questione delle Province.

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