Il blitz antievasione messo a segno sabato a Milano dall'Agenzia delle entrate ha rivelato che in 33 locali del capoluogo lombardo lavorano 116 persone in nero. Inoltre, proprio come è avvenuto a Cortina, l'operazione ha "fatto bene" agli affari: nei 115 esercizi commerciali controllati dagli uomini del Fisco gli incassi sono cresciuti del 44% rispetto allo stesso giorno della settimana precedente.
L'operazione "movida", come è stata battezzata la "incursione" degli ispettori dell'Inps, degli uomini dell'Agenzia Entrate e degli agenti della polizia locale, ha interessato i luoghi più frequentati nelle notti milanesi e si è svolta nella notte tra sabato e domenica, chiudendosi alle 5 del mattino.
E, se è risultata una media di incassi superiori del 44% rispetto al sabato precedente nei locali finiti nel mirino del Fisco, in un esercizio i ricavi sono risultati maggiori addirittura del 200%, come spiegano i controllori. Insomma, un vero e proprio boom di scontrini ha accompagnato l'operazione.
Pisapia: intervento doveroso
Promuove l'intervento degli uomini del Fisco il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che commenta così l'operazione: "Mi sembra che non si sia trattato di unblitz, ma di un intervento assolutamente comprensibile, moltopositivo e doveroso".
"Di questo - continua il primo cittadino - devono essere contenti sopratutto i commerciantionesti e chi paga le tasse, come la gran parte dei commerciantie dei milanesi". Secondo Pisapia "chi evade le tasse fa ancheconcorrenza (sleale, ndr) agli onesti e danneggiasoprattutto chi fa il suo dovere. Non comprendo e consideroallarmanti le voci critiche che si sono levate su questaoperazione".
Tutti i numeri
In tutto, sono stati 405 gli ispettori che hanno partecipato all’operazione. Di questi, 280 erano funzionari dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia, 125 dell’Inps. C'erano poi cinquanta pattuglie della Polizia locale con oltre 100 agenti.La Polizia locale, che ha garantito il supporto tecnico ai funzionari nelle discoteche e ai funzionari dell’Inps impegnati nella verifica della presenza di eventuali lavoratori in nero anche irregolari, ha controllato le strade anche per individuare gli effettivi utilizzatori delle 358 autovetture di lusso fermate.
Sono stati 115 gli esercizi commerciali controllati, fra ristoranti, discoteche e bar, nelle zone della città più frequentate il sabato sera. Si va da corso Como a Brera, passando per San Babila, corso Sempione, via Manzoni, piazza Wagner, Navigli, Molino delle Armi.
I risultati
Sono stati subito rilevati incassi molto più alti (+44%) della media nei 115 esercizi controllati. E in 55 esercizi sono state riscontrate diverse irregolarità relative al mancato aggiornamento dei registri dei corrispettivi, alle emissioni degli scontrini fiscali, alle incongruità con le dichiarazioni presentate ai fini degli studi di settore (per esempio, numero dei beni strumentali comunicati: tavoli, sedie, grandi elettrodomestici). Infine, in 33 locali sono stati riscontrati 116 lavoratori in nero.
"Sono soddisfatto di come l’operazione è stata condotta – ha commentato Carlo Palumbo, direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia – soprattutto perché ci sono stati rivolti apprezzamenti per la professionalità dei nostri funzionari da parte degli stessi titolari dei locali. Si tratta di un’operazione che rientra fra quelle programmate per mantenere un elevato presidio del territorio. La collaborazione e il coordinamento con l’Inps e il Comune – che voglio ringraziare – inoltre, hanno funzionato molto bene. Grazie a questa iniziativa abbiamo raccolto informazioni molto utili che, in una fase successiva, saranno valutate in contraddittorio con il contribuente. Credo che la maggior parte dei commercianti apprezzi tali iniziative in quanto è ben consapevole dell’effetto distorsivo della concorrenza che viene causato da chi non rispetta gli obblighi di legge".
"I controlli in materia fiscale e di rispetto sulla normativa del lavoro – ha aggiunto l’assessore al Bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci – sono necessari per evitare, come ha detto più volte il presidente del Consiglio Mario Monti, che gli evasori continuino a dare pane avvelenato ai loro figli. Le istituzioni devono fare il loro dovere e il Comune di Milano vuole essere in prima fila".