incontri truccati

Calcioscommesse, arrestate 17 personeSi indaga su Serie A e B,fermati Doni e Sartor

La Procura di Cremona avverte: manipolazioni di partite sono in atto ancora adesso. Il centrocampista dell'Atalanta ha tentato la fuga

© Ansa

Diciassette persone sono state arrestate nell'ambito di una nuova operazione contro il calcioscommesse. Tra i fermati, accusati di appartenere a un'organizzazione criminale che truccava gli incontri, ci sono anche giocatori in attività tra cui Cristiano Doni, ex capitano dell'Atalanta, arrestato per il pericolo di inquinamento delle prove. Queste le partite sospette in Serie A: Brescia-Bari, Brescia-Lecce e Napoli-Sampdoria nel campionato 2010/2011.

Doni, da quanto si è saputo, avrebbe pagato parte della parcella dell'avvocato di un altro indagato, Nicola Santoni, per il timore che questi parlasse agli inquirenti. Dalle indagini è emerso inoltre che Doni, in occasione di partite combinate, si avvaleva di una scheda intestata a un romeno ritenuta "sicura" da eventuali intercettazioni. Altra circostanza che dimostrerebbe il tentativo di inquinamento delle prove è il fatto che Doni con Santoni avrebbe ipotizzato di alterare i dati dell'Iphone di Santoni, sequestrato nell'estate scorsa nell'ambito dell'inchiesta, cambiando la password con un computer.

"Doni un autentico protagonista"
Cristiano Doni sarebbe un autentico protagonista dell'organizzazione internazionale che gestisce il nuovo calcio scommesse. E' quanto emerge dall'ordinanza firmata dal gip di Cremona, Guido Salvini che ha portato all'arresto dell'ex giocatore dell'Atalanta. Secondo l'ordinanza lo stesso Doni avrebbe "raggiunto un atteggiamento minaccioso con l'obiettivo di far tacere Nicola Santoni perché avrebbe rivelato il sistema del calcio scommesse". Nell'ordinanza viene sottolineato l'atteggiamento minaccioso dello stesso Doni nei confronti di altre persone coinvolte nel calcio scommesse nel timore di un possibile tradimento.

Doni ha tentato la fuga
Cristiano Doni avrebbe tentato la fuga all'alba quando i poliziotti si sono presentati nella sua abitazione per arrestarlo. Doni dopo aver aperto la porta agli agenti avrebbe tentato di raggiungere il garage ma è stato bloccato. Per lui e gli altri giocatori arrestati il Gip di Cremona Guido Salvini ha disposto il divieto di colloquio con i legali per cinque giorni.

Trovato il computer di Doni

Gli investigatori hanno trovato nella cassaforte nell'abitazione di Cristiano Doni un computer portatile che l'ex capitano dell'Atalanta aveva negato di possedere. Gli inquirenti sperano ora di trovare sul pc ulteriori elementi a conferma delle accuse, come tracce dei contatti con gli altri indagati o con persone non ancora raggiunte dall'inchiesta. La polizia sta ancora cercando la scheda telefonica romena utilizzata da Doni, secondo l'accusa, per comunicare con l'organizzazione. Scheda che l'ex sportivo potrebbe aver distrutto o passato ad altri.

La Procura avverte: "Manipolazione partite ancora in atto"

Le 17 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip si sono rese necessarie, precisa il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Di Martino, "anche perché la manipolazione delle partite" era ancora in atto. Di Martino ha fatto riferimento anche a una recente partita di Coppia Italia giocata il 30 novembre tra Cesena e Gubbio: in quel caso la combine non andò in porto.

Arrestati anche Sartor, Zamperini, Gervasoni e Carobbio
Oltre a Doni, sono finiti in carcere perché coinvolti nella combine delle partite gli ex giocatori Luigi Sartor (Parma, Vicenza, Inter e Roma) e Alessandro Zamperini (serie B, Lega Pro). In manette anche altri due calciatori ancora in attività: Carlo Gervasoni del Piacenza (attualmente sospeso) e Filippo Carobbio dello Spezia. I giocatori e gli ex, sostiene la procura di Cremona, sarebbero i referenti nel nostro Paese dell'organizzazione. I quattro sarebbero stati corrotti per falsare i risultati degli incontri su cui l'organizzazione aveva scommesso forti somme di denaro.

Scommesse in Asia
Secondo i risultati dell'inchiesta, nuovo filone di "Last bet" che a giugno ha portato in carcere 16 persone (tra cui l'ex giocatore della Nazionale, Beppe Signori, e altri calciatori come Paoloni, Sommese e Micolucci), il vertice dell'organizzazione era a Singapore e le basi operative nell'Europa dell'Est.

Il vertice a Singapore
Secondo la procura di Cremona, al vertice del gruppo c'era un certo Eng Tan Seet, detto "Dan", che attraverso una rete di collaboratori a Singapore e nell'Europa dell'est lavorava per alterare incontri nei campionati italiani e in altri Paesi. Le puntate relative alle scommesse sulle partite combinate, hanno inoltre accertato gli investigatori, venivano effettuate su siti internet collocati prevalentemente in Asia, ritenuti più sicuri per evitare eventuali controlli sulle giocate.

Scommesse da 500mila a 1,5mln a partita
Le scommesse sulle partite internazionali a livello mondiale fruttavano "un beneficio lordo tra 500.000 e 1.500.000 euro" a partita. Lo ha rivelato Wilson Ray Perumal, cittadino di Singapore, arrestato in Finlandia a febbraio con due calciatori africani di squadre finlandesi, per aver manipolato eventi calcistici. Perumal, condannato e finito in carcere, ha spiegato nel verbale d'interrogatorio confluito alla procura di Cremona come era strutturato il gruppo da lui stesso definito "un'associazione a delinquere". Al vertice c'erano sei persone provenienti da Singapore, Croazia, Bulgaria, Slovenia e Ungheria. Mentre il suo ruolo era quello di cercare in vari Paesi calciatori e squadre che accettassero di truccare partite secondo le sue istruzioni. "L'attività - ha raccontato Perumal - era finanziata e diretta da Singapore e le scommesse illegali sui risultati delle partite truccate, trattate in Cina". Le regole erano ferree: si dividevano profitti e perdite e "in caso di tradimento o di un membro che ne approfittasse - ha concluso Perumal - il traditore rischiava anche la morte".