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La Cassazione riduce la pena a Vanna Marchi

Condanna più leggera anche per figlia Stefania. La riduzione è stata possibile poiché i vari reati penali sono stati considerati dalla Corte come un "unicum"

Olycom

Ridotte, dalla Quinta sezione penale della Cassazione, le condanne del processo d'appello per bancarotta a Vanna Marchi e alla figlia Stefania Nobile. Le due donne non dovranno più scontare rispettivamente 14 e 12 anni e dieci mesi, ma nove anni e sei mesi la madre e otto anni e un mese la figlia. La riduzione è stata possibile poiché i vari reati penali sono stati considerati dalla Corte come un "unicum".

E' stato così rimodulato il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Milano il 22 aprile del 2010 nel processo per la bancarotta della società "Asce", la ditta attraverso la quale l'imbonitrice televisiva svolgeva la sua attività commerciale truffando la buona fede degli spettatori.

Già in appello i giudici avevano applicato la continuazione ma, evidentemente, non in maniera complessiva. Vanna Marchi è in semilibertà dal 7 ottobre e lavora nel bar del genero a Milano.

La difesa: "Ora l'affidamento ai servizi sociali e poi la liberazione"
"Si avvicina la fine della pena e quindi a breve chiederò l'affidamento in prova ai servizi sociali e la loro liberazione". Lo ha spiegato l'avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Vanna Marchi e della figlia Stefania Nobile.

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